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Messaggio Da Luciano Mess Mar 25 Giu 2013, 8:37 am


Prefazione:
Come noto a tutti,sul reiki, la pranoterapia, ed in genere ogni medicina olistica o sistema energetico, si e' scritto di tutto e di piu', perlopiu' sono tesi contraddittorie che lasciano piu' ombre che luce dopo averle lette. Non intendo quindi infliggervi l'ennesima trattazione su basi piu' o meno fantasiose, se cercate quelle, beh...sia il web che le librerie vi forniranno materiale in abbondanza. Io vorrei analizzare la cosa da un punto di vista rigorosamente scientifico, con un metodo di induzione logica decisamente aristotelico, vi pare un'eresia? Se ci pensate un attimo non lo e' affatto, poiche' lo strumento deputato all'analisi del mondo che ci circonda e' la mente, splendida amica, che se usata in modo corretto, non manca di darci risposte soddisfacenti. Altra eresia? Io ho ripetutamente messo in guardia tutti dalle fole che proprio la mente ci ammannisce di continuo, dunque? Beh, esiste un vecchio adagio che suggerisce di farteli amici se non li puoi vincere, io, l'ho applicato proprio alla lettera, partendo dall'indiscutibile dato, che la mente mai sara' soddisfatta, se prima non avra' digerito una spiegazione che la soddisfi, e di conseguenza, i dubbi che da essa scaturiranno, ci impediranno di analizzare l'ignoto in modo poco ortodosso.
In sintesi, io postulo che PRIMA di tutto, vi sia uno stimolo extramente, chiamatelo intuizione o flasch, o in qualunque altra maniera vi par consona, segue o un percorso di tipo fideistico, che riconosce tale intuizione vera senza alcun supporto logico (ed in tal caso la mente tormentera' continuamente sollevando dubbi di ogni genere), oppure, analizziamo quel che l'intuito ci ha fornito, con la ragione, e, dopo aver chetato la mente, saremo ricettivi e pronti ad un'altro lampo di intuizione. Io propendo per la seconda via, e forse anche voi :-)
Usero' come base del trattato, la disamina del sistema reiki, con alcune variazioni sul tema nel corso dell'opera, la scelta del reiki, a null'altro e' dovuta, se non alla sua diffusione, e quindi alla notorieta' che ha presso i lettori. Non mi dilungo oltre per quest'oggi, ma vi prometto che inseriro' un capitolo al giorno, sia per darmi il tempo di elaborarli come si conviene e sia per non annoiarvi mortalmente infliggendovi un mattone.

Capitolo I

Urge definire cosa sia un sistema di indagine scientifica, altrimenti non avremo le basi comuni per trarre un qualche beneficio da questo trattato.
E' considerato scientifico, un metodo basato sull'osservazione di fenomeni piu' o meno ripetitivi, dove l'osservatore tenti di estrapolare regole comuni SENZA che queste siano soggettive,ovvero caratteristiche che risultino comuni a chiunque effettui l'osservazione in modo critico. Naturalmente, questo vale anche per le cose astratte, ossia, si cerca un fattore ignoto, basandosi sulla speculazione logica (se ogni volta che una persona entra in un luogo e si sente male, deduco che in quel luogo vi sia presente una sostanza od una forza tossica pur non vedendola, ad esempio un'alta concentrazione di anidride carbonica). Balza agli occhi di chiunque che tale metodo, ha 2 caratteristiche che lo distinguono, la prima e' che essendo percorribile da tutti con identico risultato, da' una buona garanzia di essere appunto oggettivo, ossia, di contenere una verita' intrinseca (il che non guasta). La seconda caratteristica abbastanza evidente, e' data dal fatto che ogni speculazione logica, anche la piu' estrema, parte necessariamente da un fatto o un oggetto percepibile dai sensi (io posso arrivare a dedurre che esista Dio, o comunque una forza di inaudita potenza che permea ed include l'universo, solo perche' ho come punto di partenza un universo che almeno in parte vedo).
Premesso questo,continuiamo col dire che da tale indagine, in qualunque direzione sia volta, si ricavano delle regole o leggi o caratteristiche, alcune peculiari dell'oggetto osservato, altre generali riguardanti una o piu' categorie di oggetti (inclusi quelli non presi in considerazione all'inizio della sperimentazione) altre ancora assolute (riguardanti ogni cosa osservabile o intuibile).
Nelle cose materiali e macroscopiche, l'osservazione e' abbastanza agevole, ad esempio, dopo aver lanciato vari tipi di sassi o minerali in genere contro la finestra del vicino ed aver constatato che ogni volta i vetri si rompevano ed il vicino si incavolava sempre di piu', posso facilmente dedurre che i minerali usati nell'esperimento avevano una massa tale da incamerare energia cinetica sufficiente ad infrangere il vetro (con conseguente crescita esponenziale della rabbia del vicino stesso), non solo, posso dedurre altresi' che entrambi i materiali in gioco, sia i sassi che i vetri, hanno una bassa elasticita' (scarso movimento atomico), quindi, posso estrapolare la regola che ogni sasso scagliato contro un vetro, lo infrange, e quindi, va assunta a regola universale, poiche' chiunque riproduca l'esperimento, avra' il medesimo risultato, anzi......se indaghiamo piu' a fondo, ci accorgiamo che pur essendo partiti da un lancio di sassi, l'esperimento ci e' scappato di mano, infatti la caratteristica osservata non accomuna solo i sassi, tutt'altro, se ci scaglio mia suocera o una seggiola, il vetro si rompe ugualmente. Che e' successo? Partendo dal cercare una caratteristica peculiare dei sassi, mi sono imbattuto in una "qualita'" che accomuna tutto cio' che e' lanciabile, in pratica ho trovato una cosa che risiede in ogni cosa, partendo da una cosa singola, ed e' la massa e dalla massa, ad un'altra "qualita'" della massa stessa, che e' la capacita' di accumulare e rilasciare energia. Finalmente l'ho detto eh? ENERGIA, gia' tutto verte su quella, ogni cosa esiste ed agisce, perche' esiste l'energia, anzi,e' a tal punto correlata con tutto, da essere lei stessa tutto, non essendo il tutto, altro che un aspetto dell'energia (gia' dimostrato sperimentalmente negli acceleratori di particelle). Bene, se fin qui ci troviamo d'accordo sul metodo e sui suoi risultati, concluderei questo capitolo, dandovi il tempo di superare lo stress d'averlo letto :).

Capitolo 2

Bene, e' ora di procedere con il metodo che abbiamo illustrato nel capitolo precedente, dunque, senza prima nulla saperne io mi imbatto nel Reiki, o meglio, mi viene detto che la dicitura esatta e' REI-KI. parola composta che significa pare, energia cosmica ed energia personale, a questo punto, non voglio sentire altro e prima di procedere e' giocoforza che io capisca che significa il termine energia, cosmica, assoluta, personale o che altro si voglia intendere!!!
Chi e' vissuto prima di me,ha gia' trovato il modo di definire l'energia, ovvero e' quella qualita' che possiede ogni cosa nel creato,e' la possibilita' di compiere un "lavoro", ovvero movimento e possiamo dividerla in varie categorie, ad esempio e' energia potenziale quella posseduta da un macigno in bilico su un dirupo, o una molla caricata e pronta a liberarla scattando e distendendosi, oppure e' energia "nucleare" quella sempre potenziale, posseduta dagli atomi.
Non intendo infliggervi un trattato di fisica, sarebbe pesantuccio e dovrei ricorrere a termini e citazioni da mal di capo colossale, per volgarizzare al massimo la faccenda, basti sapere che "energia" e' quella proprieta' intrinseca in ogni cosa di far "accadere ", ossia di creare movimento, di aborrire la stasi. Quindi ricapitolando TUTTO contiene energia (demolendo la materia, essa si trasforma in energia, rallentando l'energia si ottiene materia). Parlando quindi di energia, in definitiva parliamo dell'universo stesso.
A questo punto. e' evidentissimo che occorre chiedersi come mai si possa parlare di reiki o di una qualunque altra forma di energia, se e' vero che energia e' tutto, dovrebbe essere indistinguibile no? Eppure non e' cosi', anche nel nostro piccolo, ognuno di noi ha esperienza di energia percepita in modo diversissimo, anzi, talmente diverso da farla apparire non come una cosa unica, ma come un'insieme di energie, chi non ha sperimentato ad esempio l'energia del vento o quella di un temporale o ancora quella che fa muovere l'automobile.

Capitolo 3


Da quanto emerso sinora, possiamo trarre le prime conclusioni....
1 Energia e materia sono la stessa cosa (ipotizzato da Einstein, dimostrato prima ad Alamogordo e poi a Ginevra)
2 Noi non siamo in grado di percepire l'energia in forma diretta
3 Se energia e materia sono la stessa cosa, noi stessi siamo energia
All'apparenza, queste conclusioni logiche, sconcertano e generano altri non piccoli dubbi, ad esempio, se noi siamo energia e l'energia non puo' percepire se stessa, come mai possiamo parlarne o anche solo ipotizzare che esista? E' giocoforza inserire un'ulteriore fattore che e' la forma, in altre parole, la forma permette all'energia di esaminare se stessa, in pratica attraverso la forma che di volta in volta assume l'energia si creano degli opposti in grado di analizzarsi vicendevolmente (se io avessi gli occhi azzurri, potrei scoprirlo solo avendo di fronte un'altra persona che osservandoli me lo dicesse, oppure uno strumento di indagine quale uno specchio o una qualunque altra superficie ad alta riflessione).
Ahinoi, come nell'esperimento del sasso, la cosa ci e' sfuggita di mano, cercando di capire in modo logico e scientifico il reiki, ci siamo imbattuti in regole universali, ad esempio....Se e' vero il postulato che siamo energia (e questo e' stato sperimentalmente dimostrato) e' perfettamente lecito dedurre, che le nostre single forme, anzi, ogni forma osservabile e' solo un simulacro, una proiezione transitoria, creata dall'energia stessa all'unico scopo di autoindagarsi.
( Se stavate coltivando l'idea di far intervenire l'accalappiamessaggeri, questo e' il momento buono o sara' troppo tardi Razz)
Comunque non temete, miei audaci lettori, non seguiro' per il momento le lusinghe della logica per addentrarmi in una disamina universale, limitandomi a delle verita' parziali (non nel senso di mezze menzogne, ma intese come verita' locali, circoscritte cioe' ad un solo ambito).
Torniamo quindi a bomba al reiki o come inteso, al suo esame scientifico Wink
Appurato che il nostro corpo (essendo energia) non puo' accorgersi dell'esistenza di altra energia (ed il reiki appunto lo e'), non ci rimane che affidarci ad un'esame indiretto (ad esempio per misurare l'energia elettrica, useremo un voltometro od un amperometro o se siamo particolarmente cretini, useremo le nostre dita infilate in una presa di corrente). Qualunque sia, il tipo di strumento usato, incluso direttamente il nostro corpo, noi avremo un risultato di tipo sensibile (nel caso di un voltometro si avra' lo spostamento di una lancetta, nel caso delle dita, la contrattura violenta della muscolatura), SEMPRE e comunque dovremmo affidarci ai sensi e a seguire alla logica per decifrare quello che i sensi ci avranno riferito.


Capitolo 4


Finito di esaminare le implicazioni che il reiki (almeno come dicitura) ha scatenato, entriamo nella fase sperimentale vera e propria, seppur sempre supportata dalla speculazione logica, come si conviene ad un sano ricercare.
Capito di cosa si parla,voglio qui esaminare in concreto quello che si FA con il reiki o durante le sessioni reiki, e per far questo, provo in prima persona una cosiddetta attivazione, impartitami da un master accreditato :)
Descrizione analitica dell'accadimento:
Io- in piedi (posizione eretta del busto)
Master- in piedi di fronte a me
Master- inizia una sequenza di gesti tracciando con essi in aria una serie di figure che definisce simboli
Io- sempre immobile
Master- mi prende le mani e le accompagna tra le sue in altri gesti
Master- finisce di tracciare altri simboli senza coinvolgermi ulteriormente nei gesti
Master- mi abbraccia e dice che e' finito
Fin qui la descrizione di quello che e' avvenuto ed e' stato visibile.
Sensazioni provate:
Già dai primi contorcimenti del master, ho provato un leggero intontimento, seguito da una sensazione di calore e formicolio diffuso, alla fine si e' agiunta una discreta pesantezza negli arti e segnatamente in quelli inferiori.
Ovviamente, la cosa non poteva essere accettata tout court, e quindi, fedele allo spirito di ricerca critica, chiedo lumi all'operatore, il quale asserisce di aver aperto o meglio riaperto i miei "canali energetici" ed era appunto quest'operazione che il mio corpo aveva "sentito".
Tanto per non cadere nella credulita' che potrebbe essere indotta da quel fenomeno noto come effetto placebo, chiedo se anche altri hanno avuto le mie stesse sensazioni, sensazioni che mi conferma non solo essere comunissime, ma altresi' in genere ben piu' intense, anche se alle volte, presentatesi con ore o giorni di ritardo.
Naturalmente non ancora pago delle spiegazioni ottenute, mi premuro di ottenerne altre da altri masters e da un buon numero di persone "attivate", ricevendo sempre riscontro positivo, sia sui gesti compiuti che sulle sensazioni provate, che seppur variegate,trovano un comune denominatore nell'esperienza di attivazione e di questa ne sono conseguenza.
A questo punto, credo che il materiale in possesso sia sufficiente per un'analisi serena e spassionata di quanto vissuto, allo scopo gia' dichiarato di trarne una regola o almeno un senso che soddisfi la logica.
Partiamo dai gesti tracciati (non casuali ma precisi e ordinati), tali gesti definiti "simboli" da chi li usa, hanno lo scopo dichiarato di fissarsi sul campo o corpo energetico di chi e' trattato con essi, e di attivare dei processi sempre a livello energetico, potremmo definire questa parte come "imprinting", tali asserzioni,non offendono la logica, poiche' anche i simboli del comune alfabeto che tracciamo di continuo, hanno lo stesso scopo, ad esempio io ora uso i simboli della scrittura per farvi riflettere (uso uno strumento grafico,quindi fisico, per imprimere nella vostra mente un'idea, che e' una cosa astratta e puramente energetica). Naturalmente, partendo dall'assunto che i simboli che uso siano patrimonio di chi legge (un'analfabeta li definirebbe scarabocchi senza senso,esattamente come avviene in chi non conosce la simbologia reiki).


(segue)



Ultima modifica di Luciano Mess il Mar 25 Giu 2013, 8:55 am - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Luciano Mess Mar 25 Giu 2013, 8:47 am


Capitolo 5


Tentiamo adesso, di analizzare quello che e' avvenuto nel mio corpo:
Potremmo partire da quell'effetto noto a tutti, che si ottiene masticando un limone dinanzi ad un suonatore di tromba (se fatto in pubblico ha un certo sadismo), il malcapitato infatti inizia a salivare come un doberman dopo una corsa e la tromba non la puo' piu' suonare. Ma perche' avviene? E' semplice, lo stimolo visivo, ha scatenato in lui un ricordo talmente vivido dell'effetto di un limone sulle papille, da indurre una reazione nelle ghiandole salivari. Beh...questa spiegazione, seppur simpatica, mi sa' che non soddisfa del tutto, poiche' implica l'esistenza in ognuno di noi di un ricordo, un aver gia' vissuto l'esperienza reiki, si, ma...nessuno di noi ricorda di aver mai avuto una tal esperienza, dunque????
E qui la via si biforca, per accettare l'ipotesi appena formulata dobbiamo giocoforza prendere in considerazione l'idea che tale esperienza, anche se non presente in forma conscia e' patrimonio naturale di ognuno di noi (metempsicosi o genetica),tale strada ci porterebbe assai lontano da questo trattato, quindi per il momento la lasceremo stare, puntando sull'altro braccio del bivio, quello dell'analisi "fisica" del fenomeno, ovvero tentero' di dare una spiegazione di tipo meccanicistico, causa/effetto,indagando per quanto mi e' possibile quei fenomeni che interessano il nostro corpo, o piu' propriamente le cellule che lo compongono.
Per trattare adeguatamente quest'argomento mi vedo costretto a toccare seppur di sguincio il mondo della fisica e segnatamente dell'elettrochimica, non abbiatevene a male, e' necessario proprio :(


Capitolo 6


Ed eccoci alla parte fastidiosa.....Ogni cosa "vivente" o almeno da noi percepita come tale ha alcune caratteristiche facilmente riconoscibili:
1 Viola di continuo la legge universale dell'entropia (continua infatti ad organizzarsi, sprecando in tale compito un'infinita' di risorse)
2 Teme l'estinzione (ha una capacita' riproduttiva immensamente superiore a quella necessaria alla sopravvivenza)
3 Interagisce con l'esterno
4 Ha un'attivita' cellulare di tipo elettrochimico
5 Ha una "memoria"(in ogni cellula vi e' contenuta la descrizione dell'organismo in toto), il che permette sia la replica che l'autoriparazione (guarigione)
6 Ha un'intelligenza (riesce a capire quando e' ammalorata o vecchia o comunque inefficiente)
7 Allo stato attuale della nostra conoscenza, puo' essere distrutta ma non ricreata
Mmmmmmm, avete notato una cosa? Alcune delle caratteristiche sono comuni anche al mondo che definiamo "inanimato" e segnatamente i punti....dall'1 al 7 :) sono impazzito ? susu prima di chiamare il manicomio, proviamo a fare una serena riflessione, TUTTO cio' che "vive" e' composto stranamente da quel che per noi vivo non e', ma allora....se ogni essere vivente e' fatto di materia inanimata...perche' vive? Non e' forse questo molto piu' illogico della mia apparente assurda affermazione di identita'?


Capitolo 7


Non temete, non voglio andare troppo fuori tema (non basterebbero 50 volumi grossi come l'elenco degli evasori fiscali). Mi limitero' a ricordare come avvengono alcuni processi comuni alla vita animata appunto e....all'altra Razz.
Anzi...2 soli sono interessanti ai nostri fini, il primo e' l'effetto dovuto all'innalzamento della temperatura, che come ben noto produce un'accelerazione del movimento atomico (sino al collasso se portato agli estremi), il secondo, e' l'ordine portato dall'influsso di uncampo magnetico intenso.
(Vedo gia la vostra rabbia salire e quindi mi limito ad un esempio).
L'elettronica ha compiuto un balzo qualitativo enorme, con la scoperta che alcuni minerali erano "drogabili" e modificabili (arseniuro di gallio,germanio ed ultimo, il silicio), tale operazione (eseguita a caldo in un forte campo magnetico), orientava gli atomi, rendendo i materiali "semiconduttori", un po' come avviene nelle strade pavimentate con il porfido (una massa caotica di sanpietrini viene ordinata dagli operai in modo da diventare percorribile).
In natura, piu' o meno tutto, e' influenzato dalle medesime forze e con i medesimi risultati (calore per rendere plastico l'elemento e campo magnetico o semplice matrice, per dare forma stabile una volta tolto l'apporto termico), anche le casalinghe, hanno quotidianamente esperienza di cio' (farina uova latte = prodotto semifluido informe + calore = frittella solida e di forma riconoscibile).
E...naturalmente, essendo le nostre cellule composte da materia inanimata, devono giocoforza reagire agli stimoli esterni, seguendo le regole cui sono sottoposti i singoli elementi che le compongono.
I neurotrasmettitori sono forse l'esempio pu' evidente di quel che affermo. :)
Ma credo sia inutile continuare con questo strazio, ritengo infatti che abbiate ormai abbastanza elementi per capire dove voglio andare a parare, accomuno infatti l'energia reiki ed ogni altra forma di energia sottile interagente con il nostro corpo, all'energia "grezza" che usiamo ogni giorno, distinguendola da essa esclusivamente per la sua diversa "frequenza" o intensita' o infine potenziale.
Vista in tale ottica, l'aspetto stregonesco della cosa appare piuttosto ridimensionato, no? (fiuuu stiamo allontanando il pericolo rogo).
Giunge quindi l'ora di tornare alla mia esperienza reiki, ed alla luce di quanto esposto sinora, il cercar di capire come abbia potuto agire a livello "fisico", a questo punto la strada inizia ad essere decisamente in discesa, abbiamo infatti ormai elementi piu' che sufficienti per capire l'intero meccanismo.


Capitolo 8


Il mio incontro con il reiki, e' stato tutt'altro che superficiale (sono giunto sino al master) e vi ho riscontrato caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere per trasmissibilita' ed efficacia. Naturalmente, coltivando la mia inveterata abitudine di vedere unità laddove altri notano divisione ed incompatibilità, non mi sono certo limitato a scimmiottare quanto appreso dai vari masters che ho incontrato lungo la via, anzi, ho sperimentato abbondantemente la tecnica apportandovi consistenti modifiche proprio in virtù di questa sperimentazione.
Ma vediamo di analizzare il procedimento standard:
Il master, attraverso l'uso di simboli "scrive" energeticamente sull'aura del trattando, il quale, risponde quasi all'istante a questa "programmazione".
Come potete ben vedere, la cosa e' di una semplicità disarmante e lo e' ancor di più se si considera che quest'operazione "inocula" nell'intero corpo del ricevente, delle istruzioni non più cancellabili.
Tali istruzioni "insegnano" ad ogni singola cellula del corpo ad armonizzarsi con le altre e non solo, anche le emozioni, intuizioni ed in genere condotta di vita vengono reindirizzate.
Avendo io postulato che il reiki fosse basato su una qualche forma di trasmissione energetica, mi sono mosso in tale direzione per cercare di decriptarne il meccanismo ricavandone quanto segue:
I simboli, fungono da interruttori, esattamente come avviene quando si accende una lampadina, ma, a differenza di questa, non lasciano passare un flusso di corrente di intensità predeterminata dall'utilizzatore (questo accade con il prana), bensì danno vita ad un collegamento autonomamente intelligente (slegato cioè dalla volontà conscia dell'operatore), e' come se, agendo sull'interruttore della luce, ci fosse un'istantanea indagine da parte degli elettroni, in grado di determinare quanta corrente e tensione servano ad accendere quella particolare lampadina ed una volta scopertolo ne inviassero solo quella necessaria, nè troppa per non bruciarla, nè troppo poca per evitare un sottoutilizzo.
Alla luce di questa scoperta, ovviamente (lo dubitavate?) ho iniziato a "drogare" i simboli, variandone l'ordine e la forma per scoprire se l'intelligenza che avevo intravisto, fosse in grado di correggere autonomamente le mie "inesattezze". Lo stupefacente risultato, fù che a simboli mentalmente e scientificamente decisi, corrispondeva un'attenuazione tremenda del fenomeno, mentre a simboli lasciati partire dall'istino o se preferite dal cuore, faceva riscontro un notevole incremento nell'efficacia del trattamento.

E' abbastanza ovvio che appena intravista una via, il desiderio sia quello di percorrerla tutta e quindi una volta ritrovatomi al punto d'aver capito con ragionevole chiarezza che esiste un processo composto da: un elemento trasmittente, uno o più interruttori ed un elemento ricevente; andassi a cercare A: la fonte che alimenta il trasmettitore e B: in cosa consista quel che passa dal trasmettitore al ricevente (oltre ad altre domandine correlate che vi risparmio per stringatura necessaria ad evitare di stracciarvi i marroni).
La via maestra da battere era inevitabilmente quella dell'elettromagnetismo (viviamo immersi in un campo elettromagnetico) ed ogni trasmissione di informazioni da e verso il cervello avviene per via elettrochimica. Era lecito quindi dedurre che in qualche modo attraverso il simbolo si innescasse una trasmissione di impulsi contenenti informazioni (impulsi modulati) e da un punto di vista estetico, il ragionamento era abbastanza soddisfacente, peccato che "soddisfacente" sia un termine che amo poco.
Il numero di informazioni che doveva contenere una singola trasmissione doveva essere enorme e doveva contenere gli "indirizzi" di ogni cellula del ricevente in modo da recapitare a domicilio la singola parte di input destinata alla giusta cellula, pena il caos e l'inefficacia. Su quest'ultima riflessione...cascò l'asino. L'elettromagnetismo infatti NON può essere efficacemente usato per spedire troppe informazioni contemporaneamente in quanto tende a "debordare", inquinando i segnali contermini.
Come estrema ratio (tanto per non cestinare la tout court la via elettromagnetica), rimaneva solo la digitalizzazione del segnale, il che, in natura non esiste, pertanto ritenendola una forzatura inaudita (a voli pindarici troppo osati, corrispondono...cadute dolorose), pur non abbandonandola del tutto, relegai l'ipotesi in un cantuccio in attesa di poterla, se fossero emersi nuovi elementi, riesumare.
In uno dei miei rari momenti di lucidità, ricordai che in natura nulla è più complesso di quel che serve e dunque era ragionevole ipotizzare che nemmeno il reiki doveva sottrarsi a questa regola universale, pertanto l'informazione doveva essere piccola, chiara, compatta ed inequivocabile. Una specie di "alzati e cammina" più che un tabulato chilometrico, ma un'alzati e cammina che avesse valenza universale pur rivolgendosi a cellule diversissime tra loro. Un uovo di colombo (posto che il buon colombo fosse davvero oviparo).


Capitolo 9


Naturalmente, per poter concepire un comando così semplice ed efficace era necessario postulare che nel ricevente o meglio nelle sue singole cellule, fosse già presente un'informazione complessa a livello potenziale da poter RI-attivare e rendere operativa.
Il percorso e' affascinante ma scivoloso e occorre per un attimo intrufolarsi nel campo della biologia molecolare (non odiatemi, limiterò i freddi dati all'osso).
Le singole cellule degli organismi complessi come l'uomo, sono composte da una membrana che funge da involucro, un citoplasma proteico contenente mitocondri e frattaglie varie che vi risparmio perche' ininfluenti ai fini dell'indagine sul reiki. Quel che ci interessa e' il nucleo o per essere più precisi le molecole di dna presenti nello stesso (se volete approfondire l'argomento accentuando il mal di testa vi rimando ai lavori di Watson e Crick). Io mi limitai e mi limito alle informazioni che la simpatica elichetta contiene. Alludo naturalmente alle 23 coppie di cromosomi (22 autosomi ed una di cromosomi) contenenti a loro volta i geni che caratterizzano il singolo individuo, anzi...SONO l'individuo.
E' così azzardato alla luce di quanto emerso ipotizzare un comando generico quanto imperioso del tipo "RIPARATI!" inviato al nucleo cellulare? Io credo di no, anche perche' e' l'unico che soddisfa i requisiti di trasmissibilità cui accennavo in precedenza. I puristi potrebbero storcere il naso affermando che l'unico modo di intervenire sul patrimonio genetico consiste nel modificarne la struttura tagliando con un enzima una parte dell'elica e sostituendola con un pezzettino preso da un'altra "sana", ma questo rappresenta semplicemente il limite odierno della biologia molecolare e nient'altro.
Voglio ricordare a tutti che non solo i caratteri morfologici vengono trasmessi attraverso il dna, ma anche quelli caratteriali ed emotivi e quindi immateriali.
Se voglio avviare un'automobile mi limito a girare la chiave d'accensione ed attraverso questo semplice gesto, si attivano un'infinità di processi complessi che culminano nel rombo del motore (e' ininfluente che io sappia cosa avviene, l'istruzione e' già presente nell'automobile, la chiavetta innesca soltanto il processo). Allo stesso modo, potrei avviare il motore con un radiocomando, quindi senza contatto fisico!
Con il reiki avviene qualcosa di molto simile, ma la spiegazione e' ancora scarsamente appagante. Il reiki infatti non solo "accende" l'autoguarigione, ma modifica drasticamente troppe cose per poter essere un semplice telecomando.
Molto, ma molto più soddisfacente per quanto osato, risulterebbe il ragionamento se introducessimo alcuni nuovi elementi, come l'esistenza di un dna universale, inteso come matrice di vita permeante tutto il creato al quale il singolo dna si "connette" per controllare se e' uniformato (in questo caso il comando sarebbe: connettiti e correggiti).

Se quanto sinora cogitato non equivale ad un mucchietto d'immondizia intellettuale, e' pressochè inevitabile un effetto "cascata" (ricordate quanto scrissi a proposito del cercare una singola proprieta' e ritrovarsi tra le mani qualcosa di universalmente applicabile?).
Bene, munitevi di cornetti portafortuna che andiamo a buttare un occhio malizioso al "paranormale" e non sognatevi di ricordarmi che ho promesso di mantenere la mia dissertazione sul binario della scienza poiche' lo rammento benissimo da solo.

Per la gioia dei meridionali in generale e dei partenopei in particolare, citerò il "malocchio" ma non disdegno nemmeno la maldicenza e le maledizioni in generale o persino le bamboline woodoo.
Il meccanismo che regola questi procedimenti erroneamente attribuiti al campo della superstizione popolare e' assolutamente affine al reiki ed al suo modo di trasmettersi; sono infatti sempre trasmissioni energetiche a distanza, differiscono soltanto per il tipo di "comando" inviato (un bel "suicidati" al posti di "guarisci"). L'uso di strumenti quali le bamboline o un oggetto della vittima, hanno l'unico scopo di meglio concentrare l'attenzione del ribaldo che intende farvi la "festa". Una lente energetica insomma.
( A tutti voi sarà capitato di "sentirvi" osservati da dietro ed una volta girati...era vero), bene, questo lo potremmo definire un esperimento di laboratorio ben riuscito e...senza necessità di tirare la coda a qualche malcapitata cavia nuda alla fine della prova.
L'efficacia delle varie tecniche impiegate ovviamente e' la più varia e questo e' facilissimo da spiegare. Il trucco, in ogni trasmissione energetica, consiste nel mandare comandi semplici, univoci, potenti e concentrati. Va da sè che più ci allontaneremo da questi requisiti e minor efficacia otterremo (pensate alla tv di casa, se il segnale e' bello e pulito si vede benissimo, altrimenti si ottiene un effetto "neve" con immagini indistinguibili di fondo).
Per una questione di "par conditio" mi vedo costretto ad accomunare anche le pratiche religiose e le preghiere, dalle più semplici sino alla preghiera esicasta del Climaco al tentativo di condizionare la vita mediante influsso energetico (questa volta stimolato dalla ripetitività di gesti ed invocazioni).
Data la brevità con cui ho trattato sia la stregoneria che la fede, e' lecito aspettarsi che io consideri entrambe dei tentativi troppo maldestri per influenzare efficacemente l'apparato cellulare o psichico di chicchessia ed infatti, così è.
Queste pratiche si potrebbero tradurre così: "io tento di combinare qualcosa, cosando qualcos'altra". Ammetterete che è un sistema alquanto primitivo. Un pò come sparare con un fucile ad occhi chiusi e sperare di centrare un'anatra.
La domanda delle domande e': "come posso usare efficacemente quest'energia in modo pratico e diretto?" (vi risparmio il lavoro di Kandel che seppur interessante si limiterebbe a suffragare almeno in parte i miei ragli e quanto alla lumaca aplysia...sono troppo vegetariano per suggerirvi qualche ricetta).

(segue)
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Messaggio Da Luciano Mess Mar 25 Giu 2013, 8:53 am





Capitolo 10
Il reiki, da cui ha preso le mosse questo trattatello e' si efficacissimo ma rimane pur sempre uno strumento di cui si e' perso il manuale d'istruzioni; ed io, in coerenza con le mie assurde idee secondo le quali e' sufficiente essere in grado di respirare per poter fare qualunque cosa, non potevo ne' posso seguire una direzione di indagine che porti a qualcosa di così complesso da poter risultare fruibile a pochi. Ergo, tutta la faccenda doveva e deve risolversi in qualcosa di talmente semplice da non essere stato mai notato proprio per la sua fuorviante elementarietà.
La vita e' notoriamente UNA e le regole che la presiedono debbono giocoforza essere...UNA, ovvero: VIVI! Ogni altra discende da questa e ne rappresenta una sottoregola a carattere meramente operativo. Per accettare esteticamente questo concetto e' assolutamente inevitabile postulare che la vita permei ogni minima particella esistente. Una specie di capsula di petri di dimensione incommensurabile, dal cui brodo che e' già vita, si sviluppi ulteriore vita in altre forme ma nell'identica sostanza.
Messa così, non e' certo follia, pensare che se si passa della corrente nel brodo della capsula, tutto quel che in essa si e' sviluppato la percepisce contemporaneamente ed istantaneamente. Idem se ad esempio la si avvelena o riscalda.
Seguendo questo filone di indagine, e' lecito anche ritenere che ogni forma di vita sviluppatosi sulla base comune, emettendo sostanze o segnali, possa influenzare ogni altra forma presente (se la vita e' una, ogni sua forma avra' le medesime capacità).
I segnali emessi da ogni singola forma di vita, si divideranno in 2 categorie: quelli volitivi espressi in virtù del grado di autocoscienza maturato e quelli immensamente più potenti basati sulla modulazione conscia o meno del segnale di fondo.
Alla prima categoria appartengono tutte le forme di comunicazione legate all'intelletto, mentre la seconda abbraccia tutto l'orizzonte emozionale.
La massima efficacia attualmente ottenibile dall'uomo comune, consiste nell'interazione dei 2 tipi di segnale. Un esempio per tutti: Io desidero che vi venga un'irresistibile voglia di gelato alla fragola (decisione intellettuale che crea diciamo l'indirizzo ove spedire energia) ed a seguire, carico il mio desiderio di una componente emotiva (se non vi viene questa voglia mi incazzo come una jena), la quale appunto attinge la sua forza dall'ambito emozionale e fornisce la forza propulsiva necessaria all'invio.
Qui, finisce la parte del mio scritto che, seppure parzialmente, e' in qualche modo patrimonio comune a qualunque ricercatore vi si addentri con animo sgombro da preconcetti e quindi tranquillamente condivisibile poiche' non stridente con alcun umano sapere ad oggi raggiunto. La parte che seguira', seppure nello spirito logico della prima, e' terra di confine estremo ed e' per questa ragione che usero' quasi esclusivamente esempi allegorici mancando di dati estrapolabili da indagini scientifiche note. Naturalmente come mio costume, mai trattero' di cose non sperimentate in prima persona, non si trattera' quindi di semplice teoretica ma, seppure inevitabilmente condizionata da una parte ineliminabile (poiche' insita nel metodo) di soggettivita', avra' carattere e conseguenze pratiche in chiunque decida di seguirne il filo logico applicandone i principii alla sua condotta di vita.
Pillole:
L'ipotetica capsula di petri e' tutto il sensibile e l'ultrasensibile, ed e' VITA. La vita e' intrinsecamente intelligente, autosostentante ed autoreferente. A prescindere dalla forma che assume, rappresenta quello che puo' venir definito Dio.
Nessuna forma di vita, nemmeno quelle comunemente considerate le piu' infime puo' lecitamente negare di essere Dio seppure sia tristemente esiguo il numero di coloro che ne sono coscienti.
La scienza moderna, usalmente nega queste mie affermazioni ed e' sempre promotrice di un'indagine estroflessa.
Piaccia o meno, anche la scienza, seppure figlia piu' della forma che della sostanza e' comunque atto inevitabilmente divino e dopo aver compiuto una parabola piu' o meno ampia, inesorabilmente torna al punto di partenza e finisce per volgere l'indagine verso l'indagatore, intuendo che l'indagato altri non puo' essere che l'indagante stesso.
Ogni forza agente su qualsivoglia forma di vita ha la sua radice nella vita stessa, mai quindi, seppure contro ogni apparenza le e' contraria o agisce in difformita' dalle regole del bene comune.
Il grado di consapevolezza raggiunto da ogni singola forrma di vita e' l'unico strumento in grado di agire in sintonia piu' o meno cosciente con essa.
Il reiki o qualsivoglia altra forma di trasmissione energetica volta a migliorare l'individuo nella sua interezza (funziona su qualunque forma di vita e non solo su quella umana), parte dalla vita nella sua globalita', e' attivata dalla consapevolezza nel caso di operatore consapevole e da simboli universali in mancanza della stessa.
Lo scopo del reiki e di ogni altra pratica affine e' il sostentamento e l'accelerazione del processo di consapevolezza comune a tutta la vita.
Come ogni processo evolutivo e quindi dinamico, anche la vita produce scorie e poiche' nulla esiste al di fuori della vita, queste sono a loro volta vita anche se ad un livello di consapevolezza bassissimo.
Nella specie umana (ma non solo), tali scorie si presentano sotto forma di stati emotivi anche intensi, disarmonie e percezioni distorte che a loro volta innescano, se particolarmente protratti, patologie nella forma momentaneamente assunta (corpo).
La vita (e qui arriviamo all'allegoria), e' una rosa che rinnova continuamente i suoi petali, rendendoli ogni volta piu' belli e profumati ed utilizzando quelli via via caduti per nutrirla quale sostrato che rientra in circolo.
Solo a livello radicale e' possibile percepire disarmonia, man mano che si sale lungo lo stelo, la luce della consapevolezza ammanta ogni cosa di splendore ed equilibrio.
Alcuni di voi, leggendo queste righe sentiranno un riverbero interiore che le riconoscera' come proprie, altri, non ancora giunti ad un grado di apertura animica sufficiente ma comunque intellettualmente pronti, faticheranno a trovarle antinomiche, altri ancora sorrideranno divertiti; ma tutti, che lo crediate o meno, avranno ricevuto un seme che non manchera' di dar frutto.
Chi non avesse letto il mio articolo "psicoeretica" (altra sciocchezza senza pretese), puo' trovarlo nella sezione manuali (ne' e' il naturale complemento).
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Messaggio Da Michele Mar 25 Giu 2013, 5:40 pm


Luciano
Ho iniziato a leggere il trattatello mi ci vuole del tempo per avere una idea del tutto.
Avrei qualche chiarimento da chiedere ma rimando a dopo quando ho finito.
Se ho capito bene si tratta di vedere sperimentato un modo di procedere con un indagine usando dei modelli classici logici ed intuitivi nel contempo per cui l'argomento è  il procedimento diciamo investigativo.
Risponde il trattatello quindi alla domanda,come si usa l'intuito?come si usa la mente in modo tale da trovare soluzioni che poi siano applicabili,universali e ripetibili (scientifici).
OK un discorso di metodo cognitivo che consente di barcamenarsi nella vita di ogni giorno.

A presto 
Michele

P.S colgo l'occasione di salutare la gente di questa com ,chi mi conosce ed anche chi non.
Non so se sono bene accetto,spero di si.
Non ho intenzione di fare  battaglie con qualcuno  ne procurare interferenze di qualsiasi genere,in questa fase mi interessano essenzialmente gli argomenti discussi se cadono nelle mie preferenze.
Per conoscere le persone e stabilire un dialogo più vicino c'è tempo sempre che sia desiderio di ambo le parti.Io continuerò a scrivere in A.L. ma cercherò di tenere separati tra le due com le esperienze e le idee trasmesse da me e dagli altri.
Saluti
Michele

Mi sono permesso di cambiare la dimensione allo scritto per amore dei miei vecchi e usurati occhi.



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Messaggio Da Luciano Mess Mar 25 Giu 2013, 7:24 pm


Mio caro, Michele; La verità è che non si deve imparare nulla, anzi, ogni metodo è buono per DISIMPARARE, ossia per smetterla di ragionare su istanza di qualche emozione, desiderio, appagamento. Ogniuno di qusti fetentoni, ha la triste prerogativa di anteporsi al suo possessore, condizionandolo brutalmente.
Lo so benissimo quanto sia difficile entrare in un'ottica così diversa dagli schemi di ragionamento abituali, eppure è l'unica strada per potersi considerare liberi, centrati e sereni e perfettamente inseriti in qualunque contesto.
Provo a mettere giù un esempio: Un pneumatico lo si può vedere in due modi, o come un componente di un mezzo di locomozoone, avulso dal quale non serve a niente, oppure come un'entità a sè stante che una volta bilanciato con gli appositi piombini e fatto girare sul banco di riscontro, ruota liscio e senza nessuna vibrazione; oserei dire, provando pura gioia nel solo atto di girare e di girare davvero bene. Il fatto che poi, la sua equilibratura perfetta lo renda assolutamente adatto ad essere montato su qualsiasi macchina  rendendola stabile e piacevole da guidare, è solo una conseguenza quasi accidentale. In parole povere, non ci deve essere nessun'altra motivazione  che il gioco e la leggerezza a guidare il pensiero e l'azione. 
La ricerca interiore, se onestamente svolta, porta a vertici altrimenti inimmaginabili e non è in contrasto con nulla.

P.S. Qui non ci sono figli e figliastri e l'unica dote richiesta a chiunque partecipi è solo la gentilezza d'animo, perciò, accomodati senza timori.

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Messaggio Da Michele Mar 25 Giu 2013, 11:27 pm


Capisco quello che vuoi dire:il pensiero e quindi se c'è una conseguente azione non devono avere 
un fine,un obiettivo da raggiungere o meglio questo fine lo hanno ma è il processo che conta perché solo se il pensiero è sganciato dalla finalità (il pneumatico dall'automobile) può sentirsi libero e creativo e raggiungere vette mai sognate e ciò che è da fare sarà fatto senza sforzo in modo naturale.Volendo posso usare il pneumatico come un cerchio che facevo da ragazzo per farlo rotolare per strada per gioco e divertimento e fatto questo restituirlo alla macchina.



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Messaggio Da Michele Mer 26 Giu 2013, 7:24 pm

Luciano Buon pomeriggio
Ti devo confessare che per me non è facile seguire quello che dici nel trattatello REIKI. Non riuscirò mai a farti un commento serio.
Ho sempre considerato questa pratica una stregoneria ,mentre mi se
mbra che tu voglia darne una interpretazione scientifica usando la trasmissione di energia attraverso l'elettromagnetismo.Io di quest'ultimo conosco tutti i risvolti tecnici che portano però ad apparecchiature che hanno lo scopo di trasformare un tipo di energia meccanica,idraulica in elettrica e viceversa.
Magari è vero che nelle nostre cellule possono avvenire fenomeni di natura elettromagnetica ma non ne ho nessuna conoscenza e non so nemmeno a cosa portano,poi che esiste la possibilità di trasmissione di energia da un corpo umano ad un altro può essere ma non so come funziona a meno che non  ci sia un contatto.
Sarà perché la mia mentalità è fondamentalmente scientifica anzi direi tecnica se penso agli studi che ho fatto? 
Capisco che secondo i principi che tu enunci dovrei abbandonare questo modo di pensare ma francamente non ci riuscirò mai.
Comunque mi farà piacere leggere il trattatello che adesso hai incluso nella com cioè psicoeretica cercherò di leggerlo senza forzare delle interpretazioni e pensare subito alle obiezioni che mi vengono in mente.
Ti farò sapere.
Ciao
Grazie

Michele

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Messaggio Da Luciano Mess Sab 29 Giu 2013, 10:50 am



Quella che tu chiami "stregoneria", che poi immagino per te significhi illogicità, a mio parere non esiste, nel senso che divido i riti più o meno fantasiosi con i quali l'uomo da sempre cerca di esorcizzare la paura dell'ignoto (religiosi o pagani che siano), dalle pratiche i cui meccanismi, seppur sfuggendo ancora ad un'interpretazione scientifica, danno risultati certi, duraturi e misurabili. Il reiki, appunto, rientra tra questi. Il mio credere che tutto possa trasmettere informazione attraverso processi elettrochimici, non è così peregrino, anzi, basti pensare all'elettroencefalogramma o cardiogramma, per rendersi conto che le strutture biologiche quel sistema lo usano da sempre. Cosa ci trovi di tanto strano? Ogni essere vivente, piaccia o meno, è dotato di moltissima acqua e sali minerali, ovvero, del necessario per creare energia elettrochimica che NON ha assolutamente bisogno di un contatto per trasmettersi perchè qualche atomo di ferro può ben fare da nucleo in modo da creare elettromagnetismo (quello stesso che captano sia l'elettroencefalografo che cardiografo di cui parlavo prima). Certo, non è un campo elettromagnetico di immensa potenza, tutt'altro, ma è comunque perfettamente in grado di veicolare un'informazione modulando l'ampiezza o la frequenza del segnale attraverso, ad esempio, la regolazione degli elettroliti.

Senza risalire ai faraoni, ti ricordo che se avessi mostrato una radio al tuo bisnonno, questi sarebbe corso da un esorcista per difendersi da uno strumento che sicuramente avrebbe considerato demoniaco. Apri la mente ed accetta come plausibile tutto ciò che non si riesce a demolire in modo logico, non il contrario.

Serena giornata


Ultima modifica di Luciano Mess il Dom 30 Giu 2013, 10:04 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Michele Dom 30 Giu 2013, 11:47 am

Grazie Luciano

Come suggerisci rimango aperto alle tue interpretazioni non negando che possa esistere un metodo di comunicare oltre il contatto.
Questo annulla ogni preconcetto che tende ad avere una soluzione prima di discutere.
Benché non significa che accetto supinamente tutto.

Una buona giornata anche a te.

Michele

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