Il regno dell'incertezza

Ieri sera sono entrata con il chiaro intento di imbattermi in qualche parola che potesse essere accolta in me in questo preciso momento, le mani sono scivolate sulla tastiera e sono arrivate a questo scritto.

Senza entrare nel dettaglio di quello che il post esprimeva o in una lettura più logica e attenta, ho sentito subito che avrei voluto che queste parole ti abbracciassero forte.

A te anima stupenda che mi hai accolto fin dal primo vagito, a te anima spregiudicata che hai sempre con tenacia instancabile risalito la corrente del tuo essere come un salmone che inspiegabilmente non scivola a valle comodamente trasportato dalla corrente, a te anima dolcissima che hai fatto della tua esistenza un chiaro esempio di come non deve essere sprecato nulla e tutto deve essere riportato alla consapevolezza, a te che semplicemente sei luce che scalda e illumina e che del regno dell'incertezza hai fatto la casa dell'anima in cui tornare e in cui ritrovarsi.



A te con amore e gratitudine infinita

Luciano Mess ha scritto:Si potesse scegliere, sarebbe senz'altro lo stato meno popolato del mondo. Le cose certe piacciono a tutti: danno sicurezza, sono belle tangibili con la loro confortante immobilità, talmente tanto appaganti che proprio non se ne potrebbe fare a meno. L'uomo non ama le sorprese, per questo insegue la noia. A mio parere, questo modo di pensare e di agire è perfettamente lecito, mentre lo è infinitamente meno il non lasciare scelta a chi delle certezze non sa proprio che farsene. Ci sono regole di ogni tipo e adatte ad ogni occasione, regole nate con il preciso intento di tarpare le ali a coloro che vogliono volare alto. Un bel mondo davvero, dove i men che mediocri dettano legge solo in virtù del loro altissimo numero, e gli innovatori sono costretti ad agire nell'ombra come criminali. E poi, qualche bugiardissimo spiritosone è pure convinto che i roghi non siano più in uso.
Il regno dell'incertezza però, ad onta di tutti i tentativi di distruggerlo, continua ad esistere ed è la dimora dei reietti come me; non chiedetemi la strada per raggiungerlo, perchè le strade appartengono al regno delle certezze, infatti, sono state costruite per andare dal punto certo A, al punto certo B e poichè abbiamo detto che il luogo da raggiungere è l'incertezza...l'unico modo per mettervi piede è attraverso una strada non tracciata: una direzione qualunque che proprio perchè non conduce in un luogo certo, apre le porte del regno dell'incertezza. In quel luogo non troverete monumenti faraonici creati per sfidare i millenni, anzi, a dire il vero non ci troverete proprio un bel niente, perchè nessuno dei suoi abitanti mai si sognerebbe di costruire qualcosa. Tutto ciò che vi è noto, lì non esiste. Ogni cosa cui siete abituati, è stata prodotta per vincere una vostra paura e dunque è una zavorra, uno scudo che vi illudete vi difenderà dagli attacchi degli abitanti il mio regno. Poveri pazzi, credete davvero che siamo tanto malvagi??? Che saremmo disposti a conquistare un mondo che non offre nessuna attrattiva??? Tutto ciò che è certo o che ai vostri occhi appare tale, ha perso ogni valore nello stesso momento in cui lo è diventato. Un masso di granito, contiene in sè ogni forma, dunque è meravigliosamente incerto, ma quando ci cavate la statua di un cretino a cavallo, lo uccidete, condannandolo ad essere solo statua. Infinitamente meglio essere una nullità informe che un genio ben definito, perchè nel primo caso ogni possibilità è aperta, incluso il diventare genio mentre nel secondo il genio è condannato a rimanere tale.
Il caro, vecchio, discorso della tabula rasa, nel mio regno assurgerebbe a dogma, se solo riuscissimo a concepire il concetto di dogma.

Segue (ma non è certo) :clown:

Che ne dite ragazzi, sarebbe niente male se arrivasse il giorno che una figlia ti dedicasse queste parole
Grazie Michela !