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Verso la fabbrica di detenuti

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Messaggio Da adularja Mer 25 Gen 2012, 9:39 pm

Era nell'aria da qualche anno, e puntualmente eccola. Il Decreto Liberalizzazioni appena emanato dal 'governo tecnico' contiene una norma con cui si consente a gruppi privati di edificare e addirittura gestire le nuove strutture carcerarie italiane


A coronamento di una lunga e monotona campagna mediatica incentrata sulla denuncia delle pessime condizioni in cui versano i penitenziari italiani (in gran parte causate da un sovraffollamento ovviabile mediante la depenalizzazione di una miriade di reati minori) ecco manifestarsi un decisivo passo verso la adozione del modello carcerario a stelle e strisce (molto discutibile)


Scrive Debora Billi sul sito Crisis : http://eliotroporosa.blogspot.com/2012/01/decreto-liberalizzazioni-clamoroso-art.html

"Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Si sa, le carceri son piene, mica vorremo un indulto al giorno con tutti i delinquenti che ci sono oggidì. Leggetelo, lo trovate qui :

https://docs.google.com/viewer?url=http://media2.corriere.it/corriere/content/2012/pdf/liberalizzazioni.pdf&pli=1



Non solo si permette ai privati di costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico - finanziario dello investimento, al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell'infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia.


Questo significa che la gestione carceraria, escluse le guardie, è affidata a privati imprenditori. Riuscite ad immaginare cosa significa ciò in Italia, con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli ed in special modo nell'edilizia? Che le carceri saranno gestite dai delinquenti."

Ed ancora:

"(...) A meno che non si voglia far lavorare a gratis i detenuti, in concorrenza con le aziende, e con il compenso intascato dall’”imprenditore carcerario”. Funziona così, in USA."


Quest'ultima è forse la prospettiva più inquietante, perché andrebbe a delineare una pericolosa commistione tra giustizia, pollitica ed affari, dai risvolti potenzialmente devastanti. Chiunque guadagni dalla 'presa in carico' e 'gestione' di un detenuto - ad esempio - avrà tutto l'interesse nel 'ricercare' detenuti con ogni mezzo, lecito e meno lecito.


I rischi insiti nella privatizzazione degli istituti di detenzione sono descritti in questo
post : http://www.anticorpi.info/2010/08/carceri-private-il-modello-
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