PSICOERETICA
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La terra di nessuno

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Messaggio Da michela Ven 26 Ago 2011, 8:21 pm

Si inizia per gioco e un gioco lo è davvero per la mente o ego o come si vuol chiamare il crostone con cui ci identifichiamo. Un diversivo allettante di cui non si riescono a comprendere appieno le ragioni del suo richiamo quasi onirico ecosì, per gioco appunto, la mente concede a se stessa di percorrere una strada poco battuta ai più, che non presenta evidenti pericoli ma che sembra fornire materiale a sufficienza per trastullarsi negli anni a venire.
Queste sono le ragioni per le quali ci si ritrova poi nella terra di nessuno.
Gli esseri umani di ogni epoca e cultura hanno dato nomi diversi a questo "gioco", lo hanno chiamato esoterismo, sciamanesimo, lo si trova come filo conduttore di ogni religione e la new age se ne è impossata per lucrare ingrassando menti avide dando loro in cambio la garanzia che non gli faranno alcun male.
E così si inizia e l'uomo prende ad indagare se stesso, o meglio la propria mente-ego. Credo che tutti noi conosciamo i momenti iniziali della partita in cui tutti, entusiasti e vogliosi, ci si butta nella mischia, bei momenti in cui si pensa di essere e si crede di capire. L'ego si ingrassa ulteriormente appioppandosi altre etichette, conquistando altri altari in cui celebrarsi e individuando nuove mete da raggiungere (così giusto per appiopparsi un significante in più che dia concretezza alla sua inesistente esistenza)
Anche il seguito è una storia che conosciuta, il gioco che sembrava innocuo e divertente inizia a svelare il suo intrinseco segreto: questa partita l'ego non la giocava da sola, cosa che la sua arroganza aveva dato per scontato (chi può esistere oltre me? Padrone indiscusso, onnipresente e onniscente?). Dall'altro lato della scacchiera c'è la consapevolezza, l'essere che latente aspettava lo sciocco al varco.
Si è chiamato al tavolo da gioco ciò che è e la speranza che la partita venga sospesa o venga elargita una "vittoria a tavolino" per la mente non è lontanamente ipotizzabile.
Lotte interiori inenarrabile colpiscono colui che si trova a contenere la mente infuriata quando, intuito il pericolo dell'avversario, tenta di prenderlo a morsi, bloccare questo gioco divenuto un campo di battaglia dove non esistono mezze misure, chiamate benessere, equilibrio, garbo. La posta in gioco è assoluta: o tutto o niente, l'infinito non conosce mezzi termini. Anzi non conosce nessun termine e tutto ciò che è diverso da se è spazzatura cosmica.
Così si arriva, vita dopo vita, manganellata dopo manganellata, ad avere a corredo una mente senza più una forza eccessiva da poter ruggire ma allo stesso tempo troppo pavida da levarsi del tutto dalle balle.
E visto che l'infinito non conosce mezzi termini è anche un luogo che non prevede al suo interno dolci valli che, proprio infinito non sono ma sono quasi infinito che conducono a questo. Eh no, l'infinito da qualsiasi parte lo si guardi è un centro, il centro che contempla se stesso.
Quindi la deduzione è semplice: la consapevolezza è un salto quantico senza passare dal via.
Questo è quello che sento dal luogo dove vi sto parlando, questo posto è la terra di nessuno. Un posto sito ai margini del campo di battaglia ormai desolato. all'orizzonte solo piccoli fumaioli di schermaglie portate avanti da superstiti di feroci guerre che hanno perso il loro ardore. Guardo negli occhi questi valorosi e terribili guerrieri che furono, quasi nella speranza di cogliere un guizzo della loro leggendaria rabbia, del loro devastante impeto di un tempo ma ciò che vedo sono solo sguardi persi nel vuoto, più di coloro che continuano a muoversi per non cedere alla morte che di coloro che posticipano la morte per sferzare gli ultimi colpi mortali. La fierezza crudele con cui si aggiravano maestosi è scomparsa.
Nessun cavaliere nero che ti dia un passaggio raggiunge la terra di nessuno. Portavano illusioni di ogni genere ed era bello cavalcarle, cavalcarle per poi farle a pezzi ma almeno in quel fare, che sempre mente era, c'era anche l'illusione del movimento e questa illusione dava la sensazione di avere in se qualche forma di forza. La forza sì che tiene assieme l'ego ma che è la stessa forza che, se non sei arrivato al centro, tiene anche assieme questo gigantesco frattale che è la "realtà".
Come si può rimane in questa realtà se non sorretti dalla rigidità della mente o illuminati da vera consapevolezza?
La terra di nessuno non è l'habitat favorevole alla mente, siamo qui perchè la terra della mente non è in grado di offrire adeguata ospitalità, non siamo arrivati al centro che è l'infinito stesso perchè nel caso ci fossimo tutte queste parole paleserebbero la loro inutilità e il loro non senso (più di quello che non facciano già).
Nella terra di nessuno vi è solo il riverbero dell'eco del nulla, un nulla totale nel quale siamo immersi e del quale facciamo parte. Non è triste, non è di solitudine, non è pace, non è nè bello nè brutto, è il nulla.
Un nulla che compenetra chi vi sosta al punto di assuefare il corpo che cede tono muscolare armonizzandosi con lui, elimina la mimica facciale ed i sorrisi come le espressioni crucciate diventano il ripetersi di espressioni note un tempo di cui si valuta mano a mano l'utilizzo in base a quello che pensiamo sia consono al contesto, le emozioni sono congelate e le si ricorda come quel canto di sirena o rulli di tamburi da cui era bello farsi cullare alla deriva e ogni istante ci si domanda chi si è e cosa si deve fare per essere chi si sta rappresentando, così almeno si tenta di mantenere un'aspetto normale agli occhi altrui. In realtà passi il tempo a scrutare nel fondo degli occhi di chi ti sta vicino per cogliere da un'espressione, da un guizzo se anche loro "sanno del nulla", se nonostante il mio fare impostato sull' "essere come sempre" hanno colto il nulla in me, se lo spettacolo che faticosamente metto in scena riesca a far sì che possa condurre un'esistenza nella quale rispondere alle responsabilità e ai doveri che ho, passare inosservata come se in me ci fosse tanta "normalità" e non il nulla della terra di nessuno

Il nulla è nulla, la mente una cogliona che non è neanche più capace di fare la mente come si deve, la consapevolezza quella cosa di cui ho solo un'unica esperienza certa: non averne mai fatto esperienza.

Qui è buio ma non è che non ci sia luce, c'è silenzio ma non è assenza di suono, c'è solitudine ma non si è mai da soli.


P.S: se chiamate uno psichiatra e gli spifferate tutto non vi raccontò più i miei deliri... anche perchè la prima cosa che faranno in manicomio sarà vietarmi di scrivere... come gesto magnanimo nei confronti del prossimo 👽


michela
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Messaggio Da Ospite Ven 26 Ago 2011, 10:02 pm

Affascinante!!!
Per un attimo ho avuto l'impressione che si stessero materializzando Stanley Kubrik e Ridley Scott con i loro capolavori immortali "Odissea nello spazio" e "Blade runner".
E' la prima volta che leggo un post così lungo senza sentire il peso della sua lunghezza e questo la dice lunga sulla gradevolezza della lettura.
Questo non vuole però dire che lo svolgimento del tema "La terra di nessuno" mi abbia convinto; soprattutto mi ha lasciato perplesso quel senso incombente di ineluttabile fatalismo che probabilmente regola l'ordinato movimento dei pianeti e delle stelle ma che almeno rilascia perfino agli sguardi meno attenti il marchio di Fabbrica dell'...Amore.
Se guardo il cielo stellato in una calda notte ferragostana infatti resto stupefatto non tanto dalla visione perfetta dei miliardi di stelle e stelline che seguono mirabilmente le loro orbite ma soprattutto, ripeto, dalla palpabile visione dell'infinito Amore universale che in realtà c'è dietro: il vero Deus ex machina dell'infinito.

Non so se la mia visione notturna abbia assomigliato più a un sogno di una notte di mezza estate o piuttosto ad un incontro ravvicinato, molto ravvicinato con la Consapevolezza
Ecco, sia che ci abbia giocato a scopone scientifico avendola dall'altra parte del tavolo o che ci abbia percorso assieme un tratto di strada, non ho mai avuto l'impressione di trovarmi nella terra di nessuno nè prima dell'incontro nè tanto meno dopo.

Forse perchè io ipotizzo che la Consapevolezza sia anch'essa infinita e come tale quella che ho raggiunto o ho creduto di raggiungere doveva solo costituirne un microscopico frammento e quindi il procedere verso non può mai finire ma deve, appunto, continuare all'infinito...

Tutto questo lo vedo in maniera gioiosa, ancorchè contaminato dai sentimenti e dalle emozioni e nella mente intravedo pur sempre una compagna, una sorella, una madre e non una matrigna, una sorellastra, una nemica che è sempre dietro la siepe pronta a farmi la pelle. La differenza, enorme, è che man mano che si procede la mente ha perso il suo ruolo egemone diventando il serbatoio impagabile dell'esperienza.

Insomma, nella meravigliosa rappresentazione onirica di Michela ho letto più una piece teatrale da grandissima regia che una reale rappresentazione dello srotolarsi dell'intricato gomitolo dell'Universo.
Io, del resto, credo fortemente nell'assunto che vuole la realtà superare di gran lunga la fantasia.

Complimenti MIchela mi sei piaciuta un sacco ed in quanto ai manicomi non aver paura: ammesso che esistano ancora sono posti da raccomandare perchè lì dentro, e solo lì dentro, ci stanno ormai gli uomini savi.

Dino

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Messaggio Da michela Sab 27 Ago 2011, 9:34 pm

Grazie caro Dino per la clemenza che hai dimostrato verso l'eccessivo lunghezza del mio post :-).
E' che queste giornate in cui Lorenzo è assente sono le più pericolose perchè ho qualche minuto libero per prendermi il lusso di ascoltare mio stato d'animo e avere anche il tempo di scriverlo e spappolare le sballotas degli amici :bom:

Buona serata Amico carissimo
Michela

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