Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
2 partecipanti
PSICOERETICA :: generale :: generale
Pagina 1 di 1
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
Sì può proprio essere, anche se lo sguardo, questo suo sguardo mi è difficile da sostenere senza essere messa sottosopra nel profondo. Molto bello, anche se dir bello è riduttivo, come lo sarebbe qualsiasi altra espressione d'altronde.
@-,'----
@-,'----
michela- Admin
- Messaggi : 72
Data d'iscrizione : 21.08.11
Località : epicentro: Bologna
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
Luciano Mess ha scritto:
Che dire ?
Innanzitutto che sono contento che non tiene in mano un ramoscello d'ulivo.
Poi che guarda il mondo attraverso i petali dei fiori.
Infine che ha una criniera alla Lady Godiva.
Dino
N.B. Se qualcuno pensa che abbia voluto scherzare...beh, devo dire che si è proprio sbagliato.
Ospite- Ospite
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
I messaggi per immagini, a volte, abbisognano di una chiave di lettura, specie se l'imbrattatele non è propriamente un Raffaello.
Vediamo di decriptare ciò che volevo dire postando il barbonazzo:
Il corpo è decisamente magro, pur non essendo macilento ad indicare l'assenza di zavorre mondane inutili; immagine rafforzata sia dall'assenza di vesti, sia dal capo che appare quasi sproporzionato in virtù della folta barba, seppure non sia certo la testa di un fine pensatore o un nobile o un uomo di una qualsivoglia importanza sociale. Capelli e barba sono molto lunghi, intendendo anche qui, simboleggiare l'indifferenza per gli umani costumi, pur non dando minimamente l'impressione di essere sporchi o mal pettinati. Il fiore che tiene in mano è un giglio, perchè è un fiore che trasmette bellezza e profumo senza bisogno di ostentare colori sgargianti ed è posto davanti a sè, come memento, in modo da non dimenticare mai, di vedere le cose attraverso il filtro della bellezza, che rende inoffensiva la grezza maschera di bruttura e cattiveria, con cui il piano denso si veste. Il fiore, gli permette di ricordare l'essenza e può guardare impunemente Gorgona senza per questo doverla distruggere come Perseo. La mano, regge lo stelo con estrema delicatezza e leggerezza, questo, perchè ha ben presente che anche il fiore è un semplice artificio, una contromaschera, un attrezzo e non vi si abbarbica ma è pronto a lasciarlo andare in qualsiasi momento.
Infine lo sguardo. Le lunghe sopracciglia spioventi, lasciano intendere la mancanza di qualsiasi aggressività e gli occhi incassati, pur profondi, non hanno la tronfia fierezza di un condottiero, nè l'inafferrabile sapienza di un guru: sono vivi ma non avidi, attenti ma senza giudizio; sono gli occhi di un testimone che osserva lo scorrere del tempo senza timore o rimpianto. E' l'immagine di uno specchio che non sorride ma nemmeno mostra tristezza. E' l'emblema di ciò che è nascosto in ogni uomo.
Come dicevo all'inizio, la difficoltà di interpretazione del messaggio, non è imputabile al soggetto ma alle scadenti mani di chi l'ha disegnato.
Vediamo di decriptare ciò che volevo dire postando il barbonazzo:
Il corpo è decisamente magro, pur non essendo macilento ad indicare l'assenza di zavorre mondane inutili; immagine rafforzata sia dall'assenza di vesti, sia dal capo che appare quasi sproporzionato in virtù della folta barba, seppure non sia certo la testa di un fine pensatore o un nobile o un uomo di una qualsivoglia importanza sociale. Capelli e barba sono molto lunghi, intendendo anche qui, simboleggiare l'indifferenza per gli umani costumi, pur non dando minimamente l'impressione di essere sporchi o mal pettinati. Il fiore che tiene in mano è un giglio, perchè è un fiore che trasmette bellezza e profumo senza bisogno di ostentare colori sgargianti ed è posto davanti a sè, come memento, in modo da non dimenticare mai, di vedere le cose attraverso il filtro della bellezza, che rende inoffensiva la grezza maschera di bruttura e cattiveria, con cui il piano denso si veste. Il fiore, gli permette di ricordare l'essenza e può guardare impunemente Gorgona senza per questo doverla distruggere come Perseo. La mano, regge lo stelo con estrema delicatezza e leggerezza, questo, perchè ha ben presente che anche il fiore è un semplice artificio, una contromaschera, un attrezzo e non vi si abbarbica ma è pronto a lasciarlo andare in qualsiasi momento.
Infine lo sguardo. Le lunghe sopracciglia spioventi, lasciano intendere la mancanza di qualsiasi aggressività e gli occhi incassati, pur profondi, non hanno la tronfia fierezza di un condottiero, nè l'inafferrabile sapienza di un guru: sono vivi ma non avidi, attenti ma senza giudizio; sono gli occhi di un testimone che osserva lo scorrere del tempo senza timore o rimpianto. E' l'immagine di uno specchio che non sorride ma nemmeno mostra tristezza. E' l'emblema di ciò che è nascosto in ogni uomo.
Come dicevo all'inizio, la difficoltà di interpretazione del messaggio, non è imputabile al soggetto ma alle scadenti mani di chi l'ha disegnato.
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
Non sono nè una pittrice nè una critica d'arte ma penso, e penso di non sbagliarmi, che possa ugualmente intervenire perchè ho guardato e riguardato negli occhi il vecchio "barbone" come è stato definito, e mentre guardavo lui ho cercato di interpretare l'inquietudine che bolliva in me. Credo di aver colto quale particolare del suo sguardo innescava il disorientamento in me e sta nel fatto che , secondo me, esprime in ciascun occhio qualcosa di apparentemente inconciliabile. Nell' occhio più socchiuso, quello alla sinistra di chi osserva, ci vedo un'espressione di profonda compassione, di antica saggezza scolpita nella cruda e pulsante esperienza, di dolcezza palesatasi nell'asprezza, di colui che oramai è alla deriva in un oceano infinito d'amore e vive i limiti che pone quest'esistenza nella sua unica rassegnazione che è quella di non poter abbracciare l'infinito e ogni sua manifestazione con le sue braccia mortali. L'altro occhio è spietatamente lucido, vivido, terso come un cielo senza nubi, in cui non vi sono dubbi, perplessità, necessità, un passo appena dall'essere spietato o in quache modo spietato lo è, perchè è l'occhio di colui che non ha tentennamenti, colui che non si compra e che nulla vuole offrire anche se istintivamente risposte gli vengono richieste, forse perchè appunto si sà che non si riceveranno parole o visioni distorte.
La trasposizione di quello che avrei voluto dire sarà venuta sicuramente un pò tanto incasinata ma il succo è che ciò che ho visto nel barbone è ciò che di più micidiale si può sperimentare, se non su di se almeno per via indiretta, ed è la cosa più micidiale appunto perchèciò che risulta è un insanabile conflitto e questo conflitto lo si sperimenta in se.
Certa di aver fatto un bel friccandò incomprensibile porgo i miei più affettuosi saluti e mi ritiro per un pisolino pomeridiano posticipato :o)
La trasposizione di quello che avrei voluto dire sarà venuta sicuramente un pò tanto incasinata ma il succo è che ciò che ho visto nel barbone è ciò che di più micidiale si può sperimentare, se non su di se almeno per via indiretta, ed è la cosa più micidiale appunto perchèciò che risulta è un insanabile conflitto e questo conflitto lo si sperimenta in se.
Certa di aver fatto un bel friccandò incomprensibile porgo i miei più affettuosi saluti e mi ritiro per un pisolino pomeridiano posticipato :o)
michela- Admin
- Messaggi : 72
Data d'iscrizione : 21.08.11
Località : epicentro: Bologna
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
Non me ne vorrà il mio fraterno Amico Luciano se oso accostare la Sua opera alla Gioconda di Leonardo ma aldilà del soggetto e dell'autore dei due dipinti ho trovato un punto di congiunzione che non so dire se casuale o voluto, magari attraverso una tecnica figurativa che lo renda possibile ed a me sconosciuto.
Sto parlando del misterioso sguardo della Gioconda di Leonardo, che ci segue da qualunque angolazione la si guardi.
Anche lo sguardo di Mess fa lo stesso.
Adesso non so dire se questo particolare mi sia risultato più suggestivo che inquietante ma mi è subito balzato all'evidenza e desideravo esternarlo soprattutto coinvolgendo, se lo vorrà, lo stesso Luciano.
Buon week end.
<p>Dino
<p>
Sto parlando del misterioso sguardo della Gioconda di Leonardo, che ci segue da qualunque angolazione la si guardi.
Anche lo sguardo di Mess fa lo stesso.
Adesso non so dire se questo particolare mi sia risultato più suggestivo che inquietante ma mi è subito balzato all'evidenza e desideravo esternarlo soprattutto coinvolgendo, se lo vorrà, lo stesso Luciano.
Buon week end.
<p>Dino
<p>
Ospite- Ospite
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
lunghi capelli
uno sguardo forse un pò triste
un corpo esile che quasi ha difficoltà nel sorreggere la testa
quei capelli lunghi canuti parlano del tempo trascorso
mani grandi che sembrano accarezzare la purezza di un fiore...
non ho la presunzione di essere un critico d'arte
ma il fascino e la forza che sento in questi tratti è intensa...
la debolezza umana non permette mai di andare oltre...
forse in quegli occhi un solo bagaglio
la vita vissuta veramente
e... trasmessa a chi... ne ha saputo cogliere quel fiore!
uno sguardo forse un pò triste
un corpo esile che quasi ha difficoltà nel sorreggere la testa
quei capelli lunghi canuti parlano del tempo trascorso
mani grandi che sembrano accarezzare la purezza di un fiore...
non ho la presunzione di essere un critico d'arte
ma il fascino e la forza che sento in questi tratti è intensa...
la debolezza umana non permette mai di andare oltre...
forse in quegli occhi un solo bagaglio
la vita vissuta veramente
e... trasmessa a chi... ne ha saputo cogliere quel fiore!
Ospite- Ospite
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
Lo sguardo che segue l'osservatore, è una tecnica piuttosto nota e consiste nella leggera assimmetria del punto focale (pupille) del soggetto e nella distribuzione dei punti luce, sempre delle pupille. Uno dei massimi maestri in talke tecnica, è stato Karl Frithjof, di cui vi posto forse la sua opera più significativa, intitolata la prima comunione. Ovviamente, le immagini sul web, non rendono una beata cippa e per apprezzare appieno l'effetto, occorrerebbe ammirare il dipinto dal vivo.
Re: Mess visto con gli occhi e la matita di Luciano
Bravo il pittore, inquietante la bambina o_O
michela- Admin
- Messaggi : 72
Data d'iscrizione : 21.08.11
Località : epicentro: Bologna
PSICOERETICA :: generale :: generale
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.