LA UMANA COMOEDIA
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LA UMANA COMOEDIA
Nel mezzo del cammino di mia vita, il 15 maggio erano 71, mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita. Poscia una agile libellula indicommi la luce del ricordo che rischiarò la via, la verità e la vita.
Ed è così che a guisa di pecorella smarrita mi ritrovo non solo a brucar l'erba antica ma a riposar le stanche membra nella dimora avita.
Ciao Mess, che è successo nel frattempo ?
Ed è così che a guisa di pecorella smarrita mi ritrovo non solo a brucar l'erba antica ma a riposar le stanche membra nella dimora avita.
Ciao Mess, che è successo nel frattempo ?
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Auguri retroattivi, Dino!
Quanto al resto, se alla libellula avanza della luce, potrebbe indirizzare il faro nella mia direzione?, ché urge rendere chiara la selva oscura!
Quanto al resto, se alla libellula avanza della luce, potrebbe indirizzare il faro nella mia direzione?, ché urge rendere chiara la selva oscura!
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Non ci sono selve oscure, ci sono solo tratti di strada percorsi ad occhi chiusi. Da sempre l'uomo cerca una qualsiasi luce che gli illumini i passi, ma la cerca nel luogo sbagliato; la cerca fuori di sè, dimentico di essere lui stesso luce purissima.
Da domani reinizierò la pubblicazione di scritti più lunghi ed articolati, talmente noiosi da farvi rimpiangere la selva oscura :oP
Da domani reinizierò la pubblicazione di scritti più lunghi ed articolati, talmente noiosi da farvi rimpiangere la selva oscura :oP
Re: LA UMANA COMOEDIA
Non vedo l'ora di "annoiarmi", Luciano! Cerco di puntellarle, le palpebre, evidentemente uso bastoncini che curvano e quelle si chiudono ermeticamente.
Ultima modifica di Mayra.ma il Ven 24 Mag 2013, 10:29 pm - modificato 2 volte.
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Dio, che emoticon iperboliche!
Tra l'altro non ho ancora capito come ingrandire i caratteri che al confronto con gli smiles sembrano aver subito 'na schiacciata dall'alto verso il basso! :D
ERRATA CORRIGE: ho capito qualcosina relativamente all'ingrandire la dimensione del testo...perdonerete gli svarioni.
Tra l'altro non ho ancora capito come ingrandire i caratteri che al confronto con gli smiles sembrano aver subito 'na schiacciata dall'alto verso il basso! :D
ERRATA CORRIGE: ho capito qualcosina relativamente all'ingrandire la dimensione del testo...perdonerete gli svarioni.
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Immaginare 7 miliardi di treni che si muovono su una rete ferroviaria computerizzata, ognuno dei quali ( treni...) si ritrovi a step differenti in funzione dell'orientamento della rete stessa...
C'è una stazione di arrivo ?
Ecco, questa è la madre di tutte le domande.
Se ci fosse una stazione di arrivo se ne dovrebbe presupporre una di partenza.
Ma è veramente così ?
Le mie capacità cognitive e razionali non mi consentono al momento di dare una risposta che abbia contorni identificabili e condivisibili.
E questo perchè, come ha rilevato Mess, in realtà non è la selva ad essere oscura ma siamo noi ad avere gli occhi più o meno aperti.
E la loro maggiore o minore apertura corrisponde alla diversa posizione che occupa ogni singolo treno lungo tutto il percorso...
Chissà se i deragliamenti, in ogni sistema ferroviario che si rispetti ne avvengono, dipendano dai nostri occhi chiusi in quel momento, da un black out sull' "alimentazione" della rete o dal Caso o magari dal Kaos, più o meno ordinato ?
Intanto Buon giorno a tutti Voi...
C'è una stazione di arrivo ?
Ecco, questa è la madre di tutte le domande.
Se ci fosse una stazione di arrivo se ne dovrebbe presupporre una di partenza.
Ma è veramente così ?
Le mie capacità cognitive e razionali non mi consentono al momento di dare una risposta che abbia contorni identificabili e condivisibili.
E questo perchè, come ha rilevato Mess, in realtà non è la selva ad essere oscura ma siamo noi ad avere gli occhi più o meno aperti.
E la loro maggiore o minore apertura corrisponde alla diversa posizione che occupa ogni singolo treno lungo tutto il percorso...
Chissà se i deragliamenti, in ogni sistema ferroviario che si rispetti ne avvengono, dipendano dai nostri occhi chiusi in quel momento, da un black out sull' "alimentazione" della rete o dal Caso o magari dal Kaos, più o meno ordinato ?
Intanto Buon giorno a tutti Voi...
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Grazie dell'incipit :o)
La faccenda dei treni è piuttosto buona come metafora, ma, per sprecare meno inchiostro virtuale...direi di trattare di un solo convoglio con molti viaggiatori (è anche più ecologico). Giusto per complicarti l'esistenza, postuleremo che il treno in questione sia il direttissimo Catania-Pechino. Il viaggio è lunghetto assai ed i binari attraversano luoghi diversissimi ed innumerevoli etnie. A bordo, ci saranno quelli, come te, che se ne staranno rilassatissimi a leggere il giornale, altri, meno smaliziati, se ne staranno tesi per non perdere la loro fermata, altri ancora, compirano il viaggio con gli occhi incollati al finestrino ed infine, altri ancora, terrorizzati dal mostro meccanico tremeranno come foglie, sordi ad ogni tentativo compiuto da te e dagli altri viaggiatori di vecchia data di farli rilassare con esaustive spiegazioni sul funzionameno della ferrovia.
In tanti saliranno, in tanti scenderanno e alcuni anche prematuramente ma nessuno, proprio nessuno, scenderà ad una stazioine diversa da quella in cui era destinato scendesse. Non ci sono deragliamenti, oh, no, nessuna paura; il viaggio è sicuro e tranquillo e lo dimostrano proprio le facce serene di chi ricorda di averlo compiuto già tante volte. Ciò che diversifica i passeggeri, non è il loro corpo o il loro destino. Li divide il grado di consapevolezza, tanto più sviluppato nei più assidui quanto scarso in quelli che si scoprono a viaggiare senza rammentare nemmeno d'essere saliti a bordo.
Proviamo a vedere il viaggio con gli occhi del sig. Ungabunga, un insigne allevatore di struzzi, la cui unica esperienza del mondo si risolve nell'aver esplorato i trenta metri quadri di plaga su cui sorge la capanna, sede della sua impresa.
Ad ogni accelerazione avrà un tuffo al cuore, ogni curva con la sua forza centrifuga lo farà impazzire, per non parlare dello sfrecciare dentro una galleria o sopra un altissimo cavalcavia...Ognuna di queste terrificanti esperienze, le vivrà come un deragliamento, un evento tremendo e subitaneo e, pur non succedendo nulla, il poveraccio morirà mille volte. Il buon Dott. Dino, dopo aver tentato per duemila chilometri di rassicurare il poveretto, sarà costretto a tornare al suo giornale, perchè, in presenza di occhi sbarrati dal terrore, nessun imput è in grado di passare.
Dopo infiniti giorni di viaggio ed innumerevoli gallerie e viadotti, pian piano, la tensione di mr. Ungabunga, scenderà di un minuscolo granellino, in virtù della registrazione del suo inconscio d'aver già passato ponti, viadotti e gallerie senza che nulla accadesse. Il terrore, ovviamente, è ancora alle stelle ma non essendo più assoluto, permette alle parole sagge e tranquillizzanti del dott.Dino, di farsi strada. Certo...ne filtrano si e no tre o quattro su un milione ma è un inizio e, viaggio dopo viaggio, ne passeranno dieci e poi cento, sino ad arrivare alpunto che si siederà accanto al suo angelo della trinacria e magari, grazie alle sue indicazioni sui paesi attraversati, si farà una cultura ed inizierà a provare piacere nel viaggio ed un giorno...scoprirà di essere diventato lui il dott. Dino, un vecchio viaggiatore che prende il treno non per andare da qualche parte, perchè conosce già tutto il percorso, ma per aiutare i nuovi Ungabunga, prima con il suo sguardo sereno, poi, una volta meno spaventati, con le parole, sino al giorno in cui.......
La faccenda dei treni è piuttosto buona come metafora, ma, per sprecare meno inchiostro virtuale...direi di trattare di un solo convoglio con molti viaggiatori (è anche più ecologico). Giusto per complicarti l'esistenza, postuleremo che il treno in questione sia il direttissimo Catania-Pechino. Il viaggio è lunghetto assai ed i binari attraversano luoghi diversissimi ed innumerevoli etnie. A bordo, ci saranno quelli, come te, che se ne staranno rilassatissimi a leggere il giornale, altri, meno smaliziati, se ne staranno tesi per non perdere la loro fermata, altri ancora, compirano il viaggio con gli occhi incollati al finestrino ed infine, altri ancora, terrorizzati dal mostro meccanico tremeranno come foglie, sordi ad ogni tentativo compiuto da te e dagli altri viaggiatori di vecchia data di farli rilassare con esaustive spiegazioni sul funzionameno della ferrovia.
In tanti saliranno, in tanti scenderanno e alcuni anche prematuramente ma nessuno, proprio nessuno, scenderà ad una stazioine diversa da quella in cui era destinato scendesse. Non ci sono deragliamenti, oh, no, nessuna paura; il viaggio è sicuro e tranquillo e lo dimostrano proprio le facce serene di chi ricorda di averlo compiuto già tante volte. Ciò che diversifica i passeggeri, non è il loro corpo o il loro destino. Li divide il grado di consapevolezza, tanto più sviluppato nei più assidui quanto scarso in quelli che si scoprono a viaggiare senza rammentare nemmeno d'essere saliti a bordo.
Proviamo a vedere il viaggio con gli occhi del sig. Ungabunga, un insigne allevatore di struzzi, la cui unica esperienza del mondo si risolve nell'aver esplorato i trenta metri quadri di plaga su cui sorge la capanna, sede della sua impresa.
Ad ogni accelerazione avrà un tuffo al cuore, ogni curva con la sua forza centrifuga lo farà impazzire, per non parlare dello sfrecciare dentro una galleria o sopra un altissimo cavalcavia...Ognuna di queste terrificanti esperienze, le vivrà come un deragliamento, un evento tremendo e subitaneo e, pur non succedendo nulla, il poveraccio morirà mille volte. Il buon Dott. Dino, dopo aver tentato per duemila chilometri di rassicurare il poveretto, sarà costretto a tornare al suo giornale, perchè, in presenza di occhi sbarrati dal terrore, nessun imput è in grado di passare.
Dopo infiniti giorni di viaggio ed innumerevoli gallerie e viadotti, pian piano, la tensione di mr. Ungabunga, scenderà di un minuscolo granellino, in virtù della registrazione del suo inconscio d'aver già passato ponti, viadotti e gallerie senza che nulla accadesse. Il terrore, ovviamente, è ancora alle stelle ma non essendo più assoluto, permette alle parole sagge e tranquillizzanti del dott.Dino, di farsi strada. Certo...ne filtrano si e no tre o quattro su un milione ma è un inizio e, viaggio dopo viaggio, ne passeranno dieci e poi cento, sino ad arrivare alpunto che si siederà accanto al suo angelo della trinacria e magari, grazie alle sue indicazioni sui paesi attraversati, si farà una cultura ed inizierà a provare piacere nel viaggio ed un giorno...scoprirà di essere diventato lui il dott. Dino, un vecchio viaggiatore che prende il treno non per andare da qualche parte, perchè conosce già tutto il percorso, ma per aiutare i nuovi Ungabunga, prima con il suo sguardo sereno, poi, una volta meno spaventati, con le parole, sino al giorno in cui.......
Re: LA UMANA COMOEDIA
Dati i tempi, la spending review e la cassaforte vuota...concordo sulla metafora dell'unico treno con passeggeri...diversi...
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Ho come l'impressione che lungo tutto il viaggio si debba sopportare una serie continua di "Casi", deragliamenti inclusi, e che il Caos governi la vita degli esseri viventi finchè non si è capaci di trovare un ordine da vedere come tale, da decifrare.
Detto questo, non so in quale tipologia di viaggiatore mi metterai, Luciano, mi sa che tra i casinisti!
Detto questo, non so in quale tipologia di viaggiatore mi metterai, Luciano, mi sa che tra i casinisti!
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Naaa, sono già stato abbastanza fetente a mettere il povero Dino, vicino al vù cumprà. Confido solo che abbia la lupara arrugginita e la vista in calo... che trovarmi le chiappe bucherellate non sarebbe divertente :oP
Re: LA UMANA COMOEDIA
L'importante è che non mi metti accanto alla ministra Kyenge perchè ciò potrebbe riacutizzare la mia licantropia, in questo periodo affetta per di più da idrofobia da comunistelli sparsi sotto mentite spoglie...
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Ecco se ci fosse rimasto un posto nell'angolino dei prigroni mi sistemerei volenterie lì... con cuccetta of course :oP :o)
michela- Admin
- Messaggi : 72
Data d'iscrizione : 21.08.11
Località : epicentro: Bologna
Re: LA UMANA COMOEDIA
Non cominciamo a fare i tirchi, per favore.
Siamo ospiti dell'amministratore perciò credo che un bel letto non ce lo toglie nessuno.
La cuccetta è scomoda.
Siamo ospiti dell'amministratore perciò credo che un bel letto non ce lo toglie nessuno.
La cuccetta è scomoda.
Ospite- Ospite
Re: LA UMANA COMOEDIA
Ma certo, anzi, per ospiti tanto illustri pensavo a delle ciabattine da notte fatte rigorosamente a mano usando la pelliccia dei discendenti diretti del famosissimo ratto delle sabine. Roba di una sciccheria unica.
Re: LA UMANA COMOEDIA
Certo che ritrovarsi con quelle robe ai piedi si rischia di finire in pasto ai gatti!!! :oP
Ospite- Ospite
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