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Messaggio Da Luciano Mess Mer 07 Set 2011, 11:35 pm

Cari amici, come sapete, nel corso degli anni, ho prodotto una mole di appunti, parte dei quali, ho poi reso pubblici mentre il resto deve ancora venire elaborato in modo da renderlo "masticabile". Uno di questi, in cui mi sono imbattuto ravanando nel mio pc, lo reputo meritevole di particolare attenzione, e, nei ritagli di tempo, cercherò di assemblare e postare qualche stralcio, invitandovi ad intervenire e criticare perchè credo che le mie misere intuizioni, se unite alla vostra intelligenza, potrebbero portarci ad una crescita comune. Contando sulla vostra pazienza, provo a mettere giù le prime righe:

La vita:

Cos'è la vita? Ci avete mai pensato? Sono certo di si, così come sono sicuro che alla fine della cogitazione avete fatto spallucce, relegando il quesito tra quelli irrisolvibili.
Ovviamente anch'io ci ho pensato ma non ho fatto spallucce ricacciando l'ingombrante domanda nell'inconscio, giusto per toglierle il potere di infastidire; ho deciso di accoglierla in me, come si fa con un ospite gradito. Ho allontanato da me ogni fede con le sue belle risposte preconfezionate e gravide di retorica mista a rassicuranti, quanto risibili dogmi inventati per porre un limite al pensiero umano, quando questi osi indagare troppo in alto, rischiando di trovare verità che lo renderebbero troppo libero. Ho percorso le vie della scienza, scoprendo che pur provando timidamente a porre anch'essa qualche dogma, prevede sempre un modo per dribblarlo. Ho chiesto alla metafisica risposte, ottenendo spesso altre domande. Il frutto della mia incessante ricerca è un frutto forse ancora troppo acerbo per saziare ma è pur sempre un frutto, e, come ogni frutto, è destinato a maturare sino a diventare succoso, saporito e nutriente, o almeno, questo è ciò che la mia follìa spera.
La mia follìa...strana affermazione, non perchè io sia savio ma perchè implica un io disgiunto dalla follìa, che viene declassata a semplice attributo, caratteristica, peculiarità. L'implicazione è che io posso esistere a prescindere da lei, mentre lei può esistere ed esprimersi, solo in presenza di me. A pensarci bene, ci sono infinite caratteristiche simili, che mi appartengono ma che non sono me: bontà, cattiveria, buongusto, grezzaggine, desiderio e tanti ma tanti altri. Io, qualunque cosa sia Io, è vivo; un'affermazione inconfutabile perchè in questo preciso momento sto sperimentando la vita, o forse no. Se la stò sperimentando, anche la vita è una caratteristica, ne più ne meno della follìa o di qualunque altra cosa mi caratterizzi...Dunque, io non sono vivo ma la mia presenza fa sì che la vita esista ed io la possa vivere e questo implica che io possa esistere a prescindere dalla vita, e qui, sorge un problema: come può esistere qualcosa che non è vivo ma che lo diventa nel preciso momento in cui si esprime? La vita è forse espressione del desiderio? Della volontà? Volontà e desiderio, però, sono anch'essi miei attributi e come può un attributo crearne un altro?



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Messaggio Da michela Gio 08 Set 2011, 6:09 am

"Vita" è la percezione di uno stato strettamente collegato alla struttura duale di questo piano (non si potrebbe parlare di vita se non vi fosse il suo contrario e viceversa)
"Vita" è la manifestazione nel transitorio di ciò che non lo è.

"Vita" è: un'esperienza?

...vita è azzardarsi a scrivere castronerie all'alba con la testa intorpidita, farlo sapendo di farlo e sorridere comunque di quello che si sta facendo... :sleep: :bom:

Buona giornata Amici miei


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Messaggio Da adularja Ven 09 Set 2011, 11:27 am

Cos'è la vita? Forse è ricerca della propria missione e il perseguimento della propria via?
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Messaggio Da Michele Mar 13 Set 2011, 3:54 pm

Il fatto di cosa sia la vita io penso di conoscerlo bene, perchè ci sono dentro ed osservo gli altri viventi animali e vegetali compresi.Dietro a questa domanda ce ne è un'altra e cioè perchè la vita?.Ma a questa domanda la risposta può essere solo personale e per quanto mi riguarda visto che tra l'altro non sono stato io a scegliere di vivere non so trovare nessuna risposta anche perchè credo che il trovare un perchè e quindi un fine è un desiderio del mio cervello per avere una certezza.
Quando ci si pone domande sulla vita non si può fare a meno di farcene sulla morte che è l'argomento tabù di cui difficilmente parliamo.Allora mi trovo di fronte a qualcosa che non sò ed il timore è non cosa è la morte ma come affronterò quel momento e quando.
Ciao
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Messaggio Da Luciano Mess Mer 14 Set 2011, 9:57 am

"Vita" è la percezione di uno stato strettamente collegato alla struttura duale di questo piano (non si potrebbe parlare di vita se non vi fosse il suo contrario e viceversa)
"Vita" è la manifestazione nel transitorio di ciò che non lo è.

"Vita" è: un'esperienza?


Michela, sinora è l'unica che abbia letto, capito e affrontato l'argomento in modo conforme ai dettami di un'indagine rigorosa.
Interessantissima la sua osservazione sull'aspetto duale della vita, aspetto che la relega inevitabilmente a questo solo piano esistenziale. Probabilmente sarebbe corretto intendere la vita come strumento in grado di dare alla monade la capacità di interagire con gli altri aspetti di se stessa.
Una sola cosa appare certa: la vita, comunque si esprima, non è mai disgiunta dalla vibrazione (dynamos) e non dimostra autocoscienza ma solo forza; lo scopo, sembra esserle estraneo e regolato da una forza primordiale che ne promuove la manifestazione a favore di quella che definiamo coscienza, unica cosa o caratteristica, in grado di indagarne il mistero.


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Messaggio Da Michele Gio 15 Set 2011, 7:59 pm

Ciao Admin

Non mi è chiaro cosa consideri come aspetto duale della vità,forse che la vita contiene il suo opposto che è la morte?
Ancora dici che la vita non dimostra autocoscienza ma forza e però questa promuove la manifestazione di una coscienza che è la nostra di essere umani. Ciò mi sembra una contradizione.
Non comprendo inoltre che significa che la vita è la manifestazione nel transitorio di ciò che non è.Cioè in pratica la vita è una manifestazione del non essere e quindi l'essenza della vita è il non essere,questo è possibile se si identifica la vita con l'essere,ma quì il discutere mi è difficile non mi sento filosofo abbastanza per affermare che l'essenza dell'essere è il non essere.

Ciao
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Messaggio Da Ospite Gio 15 Set 2011, 9:22 pm

Deve fare davvero fresco a Trieste perchè il mio buon Amico Luciano peschi dal cilindro un argomento, la Vita, facendone addirittura oggetto di domanda.
Qui dalle mie parti navighiamo ancora abbondantemente sopra i 32/33 gradi ma soprattutto c'è una umidità che favorisce una rapida e totale manifestazione di encefalomalachia che rende astruse perfino poesie come la Vispa Teresa.
Inoltre è un periodaccio di quelli che levati!, ed è pertanto facile immaginare che il mio contributo alla questione passerà alla Storia per la sua assoluta irrilevanza.
Ma tant'è, i posteri mi ricorderanno soprattutto per la mia cocciutaggine piuttosto che per la mia filia nei confronti di una dottrina filosofica che ai tempi del liceo mi attizzava non poco.

In fondo, anche questo pistolotto appena appena sfornato è...vita.
Lo sono perfino le ceneri del nostro grande Amico Willy.
Un altro mio fraterno Amico sta morendo con un devastante cancro al pancreas che ha già fatto scattare il count down.
Avete paura a parlare della morte ?
Ma cosa c'è di più straordinariamente vivo della morte ?
O davvero pensate che la vita sia rappresentata dal seme che si apre, dal fiore che sboccia e dallo spermatozoo che si tuffa felice dentro l'uovo che lo aspetta a braccia aperte ?
La vita e la morte sono contrari ?
Cazzate! Sono sinonimi.

Ciao

Dino
Shocked

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Messaggio Da adularja Gio 15 Set 2011, 11:06 pm

Dino, che bello il tuo post!! Saranno i gradi di calura di Napoli o il tasso di umidità o la frescura triestina... Ma mi trovo anche io a non comprendere complessivamente ciò che ilbuon mess condivide con noi. A volte mi chiedo se sono ancora troppo distante da alcuni argomenti perchè mi riesce davvero difficile la comprensione %)
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Messaggio Da Ospite Ven 16 Set 2011, 3:18 pm

Cara Daria, più che risultare in parte incomprensibile, le provocazioni di Luciano/Mess sono come il metadone che occupando le sinapsi neuroniche rende impossibile alla eroina la ricaptazione e quindi di fatto ne annulla gli effetti.
Le "provocazioni" perciò sono positive sia dal punto di vista...farmacologico che da quelle del massaggio...cardiaco.

Il problema è che..." che cos'è la vita ?" non è una domandina da tests Invalsi, ma una domandona, anzi è la madre di tutte le domande. Da qui la difficoltà di gestirla mentre siamo ancora stanchi dalla lunga estate calda, con la pressione che si diverte come una pazza sulle montagne russe e la prostata che ci impedisce di sollazzarci come vorremmo o almeno come spereremmo.

Che cos'è la vita? A Lucianone mio, mortacciiii....
E se la vita fosse un miraggio caro fratellone mio, cosa faresti mi sculacceresti a sangue o scosteresti assieme a me il tendone del palcoscenico per guardare...dietro ?

Cazzarola, vuoi vedere che il metadone/Mess si sta impadronendo a poco a poco di tutte le mie sinapsi.
Ciao belle gioie, purtroppo c'ho un casino di lavoro da fare e per uno che è un fallito, secondo la regina di Francia prima delle carezze di monsieur guillotine,non è davvero niente male.

A bientot.

Dino

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Messaggio Da adularja Ven 16 Set 2011, 3:47 pm

Maaaaaa i sogni aiutano a vivere o la vita aiuta i sogni???

Una domanda la pongo onestamente: ma posto che il quesito mi è chiarissimo, quando leggo alcune cose e davvero nn le comprendo o nn ne afferro il senso..
Mi accade perchè non sono ai livelli di voi che scrivete o... Perchè???? Aiutatemi che sono in crisi
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Messaggio Da Ospite Ven 16 Set 2011, 9:00 pm

Cara Daria,

di livelli, personalmente preferisco ricordarne uno, anzi una perchè l'immortale principe Antonio De Curtis lo rese famoso col sonetto "A livella...".

Per il resto siamo tutti e soltanto all'asilo, Amica mia,nei primi gradini però di una scuola che di certo non finisce con la maturità e l'università ma che si perde in un percorso infinito ricongiungendosi col punto in cui ci troviamo.

Talvolta mi sorprendo, guardandomi allo specchio, a compiacermi di sapere quasi nulla senza sentirmi mancante di qualcosa. Pian piano mi sono abituato a pensare non in termini temporali e tornacontistici ma come parte del tutto ma sempre correndo attorno ad una sfera.
Quando cominciai a ragionare in termini di infinito e di immortalità dell' Uomo ed in senso lato della vita mi sembrava avesse per me molta importanza che la mia anima potesse interpretare altre tappe trasferendosi nella massa di una farfalla o di una bella rosa old england.
Oggi non saprei scegliere tra un granello di sabbia e l'aquila imperiale.
Indecisione? Confusione? Regressione ?
Niente di tutto ciò ma, al contrario,piccolo passettino in avanti sulla strada della consapevolezza.
Questo per lo meno è ciò che io penso.

Ciao e buona sera dalla II° B dell'asilo di Gravina di Catania.

Dino
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Messaggio Da adularja Ven 16 Set 2011, 10:23 pm

grazie Dino! un abbraccio da Napoli!
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Messaggio Da Luciano Mess Sab 17 Set 2011, 9:15 am

Quella che L'amico Dino, con molto acume ha definito "provocazione", in effetti voleva proprio essere tale: costringere il lettore, attraverso una logica rigorosa a scoprire che tutto ciò che è umanamente vissuto, non ha un'esistenza propria ben definita. In sostanza, era un invito a non prendere e soprattutto non prendersi, troppo sul serio, ricordando che ogni cosa indagabile dalla mente, una volta scartata, è priva della...caramella. Tutto è illusione, vita compresa.
Un bellissimo gioco da giocare interpretando ora questo, ora quel ruolo, senza mai affezionarsi troppo a nessun personaggio.
L'esistente che si fa vita prova gioia, a patto però, di non immedesimarsi a tal punto da dimenticare che è un gioco.
Non c'è nulla da imparare, ciò che "é", non ne ha bisogno, è ciò che non è ma crede di essere, che sente questa spinta.
Ciò che è vuoto ha urgenza d'essere riempito, peccato che può essere riempito solo di conoscenza, non di essenza, quella non è la logica a fornirla.
I cristiani, col loro solito vizietto di scippare antichi saperi esoterici per poi gabellarli per propri, si sono imbattuti nella metafora del calice, cui hanno aggiunto una storiella riguardante un tal Gesù, senza minimamente capire il messaggio che era insito nell'allegoria. La frase, in origine era più o meno questa: FATTI calice, ossia SVUOTATI della tua personalità, in modo da accogliere (affidarsi) l'essenza dell'infinito SENZA giudizio, interpretazione o qualunque altro sciocco filtro che lo limiterebbe.
La transustanziazione alchemica, non riguarda quindi un pezzo di pane e tantomeno un bicchierozzo di vino ma l'officiante stesso, che, accogliendo senza condizioni la sua parte divina, si eleva.
Giusto è provare serenità senza nulla sapere, un nulla sapere che non è affatto l'ignoranza del cretino ma la fluidità di chi si sente goccia nel mare ed è conscio che ciò lo rende completamente mare e completamente goccia.
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Messaggio Da adularja Sab 17 Set 2011, 9:45 am

Bello il concetto " è tutta un'illusione"
Sarebbe carino riuscirlo ad avere sempre in mente!!
Sereno week end a Dino e Luciano :-)
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Messaggio Da Luciano Mess Sab 17 Set 2011, 10:45 am

adularja ha scritto:Bello il concetto " è tutta un'illusione"
Sarebbe carino riuscirlo ad avere sempre in mente!!
Sereno week end a Dino e Luciano :-)

Ancor più bello sarebbe averlo nel cuore, che la mente non brilla quanto a memoria a lungo termine.

Sereno we anche a te
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