PSICOERETICA
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Messaggio Da Luciano Mess Mer 26 Giu 2013, 3:27 pm


A seguito di mie ricerche sia in ambito quotidiano che virtuale, inserisco di seguito alcune conclusioni cui sono giunto dopo un attento e spero onesto lavoro di stringatura.
Il tutto, l'ho inserito in un contesto piu ampio (ma non troppo), inteso a rendere digeribile l'aspetto psicologico della ricerca, anche a chi di psicologia non ne sa nulla: visto il carattere del sito, la cosa potrebbe stupire, ma...fidatevi e leggetelo (e' il bignami d'un bignami), non saprei proprio come condensarlo ulteriormente senza perdere il senso di quanto intendo comunicare.

Prefazione:

Questo mio ultimo intervento, vuol essere uno sprone a chi, ancorche' mummia, desidera in cuor suo gettare le bende ed iniziare un cammino di consapevolezza.
Coloro che non hanno un minimo di anelito in tal senso, possono tranquillamente riposare gli occhietti cisposi, e saltarlo a pie' pari (se anche non leggete un articolo....l'imbalsamatore non vi sculaccera' di certo).

Iniziamo col dire che il sottoscritto non e' minimamente interessato a com di puro cazzeggio (al bar ci si diverte di piu), ed infatti, frequento esclusivamente m.l. ove in modo palese o celato, si svolge una ricerca introspettiva finalizzata alla realizzazione piena del mistero chiamato "uomo".
Tale ricerca, il più delle volte avviene per vie orientaleggianti (la spiritualita' dell'oriente ha affascinato ed affascina schiere di ricercatori d'ogni ceto e censo); questa com, viste le premesse, e' piuttosto anomala ed apparentemente al di fuori di quello che e' il mio tracciato di ricerca, ma, e' solo in apparenza "aliena", in realta', il tipo di introspezione che anche qui si mette in atto (con la partecipazione consapevole di pochi) e' di tipo occidentale, ossia psicologico (la psicologia sperimentale e' e rimane la risposta dell'occidente alle dottrine esotiche).

I vantaggi di questo tipo d'approccio, sono enormi, si scandaglia infatti, tutta quell'area emotiva che in oriente si tende a cancellare tout court, considerandola un fardello inutile che rallenta il cammino verso la consapevolezza. Anch'io lo considero tale, ma credo anche, che se opportunamente usata, l'emotivita' puo' condurre a vette eccelse: elevare le proprie emozioni a paradigma del nostro "vivere" la realta' che ci circonda per poi superarlo e' un metodo eccellente di crescita interiore, il guaio e' che avendo un sistema sensoriale estroverso, non sempre possiamo farne un uso diretto e quindi dobbiamo ricorrere alle spinte emotive altrui per riconoscere le nostre e le relative schematizzazioni sclerotizzanti che ne derivano.

Mi si potrebbe obiettare (come del resto Toti ha fatto) l'illiceita' della mia ricerca (scarsa epistemiologia?) o forse semplice violazione della privacy. Ricordo a chi e' su queste posizioni il mio diritto di "preda" sulle emozioni esternate da coloro che con me hanno interagito (chi non l'ha fatto, mai mi sognerei di menzionarlo), ma veniamo al succo del discorso (le troppe divagazioni, ancorche' utili alla comprensibilita' globale del messaggio, possono a lungo andare creare sopore).
Gli specchi:
Non molto tempo fa, ho usato questa metafora per indicare il mio agire (colgo l'essenza delle emozioni che mi riversate addosso, risalgo all'origine della spinta emotiva o se preferite chiamarla....timore o limite inconscio va bene lo stesso, la rielaboro e la rispedisco al mittente), questo io lo definisco "fare da specchio che riflette prima di riflettere", infatti, se aveste letto con una qualche attenzione (e quindi chetando per un attimo le vostre emozioni) quello che scrivevo, ci avreste trovato proprio quello che ho appena elencato, una sequela di emozioni travestite da "concetti", ma....non erano le mie! La difficolta' intrinseca in questo giochino, e' data proprio dalla poca riconoscibilita' di quello che e' un semplice riflesso (abitudine a giocare sporco con noi stessi). Le varie personalita' che qui si sono espresse, non accettano affatto l'idea di essere solo una piccola parte e nemmeno tanto importante dell'essere nel suo insieme (l'etimo di persona l'ha ricordato Willy, ossia era una maschera usata dai teatranti per amplificare il suono).

Devo interrompere qui poiche' ho ricevuto in quest'istante un sms che mi rendeva edotto d'essere ridiventato nonno. Provvedero' quanto prima ad inserire il resto prima di lasciarvi trascorrere il natale liberi dalla mia presenza.

Rieccomi, chiedo venia per l'assenza, ma il nipotino e' nato a 150 km da dove abitualmente risiedo, il che, ovviamente, mi ha creato qualche difficolta' logistica; colgo altresi' l'occasione per ringraziare coloro che mi hanno porto i loro auguri.
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Riprendo da te, caro Willy, ovviamente assumendomi la paternita' delle immagini radiologiche e non (ho sempre firmato Pel e quindi dubbi ve n'erano pochini), la tua supposizione sulla mia goliardia fine a se' stessa e' errata amico mio, (ne feci cenno nell'articolo "pag.777" ), avendo capito al volo il tuo intento, mi ripromisi di "annusarti le balle" (come fanno i cani anche se "dotti"), lasciandoti ovviamente la facolta' di fare altrettanto. Il risultato della "sniffata" fu' piuttosto interessante (la tua ricerca era "sana"), quel che invece, temo tu non notasti (troppo intento ad "impollinare") era la ricerca parallela che anch'io conducevo (le immagini furono un'esempio di quella "indirittezza" che tanto ami), e' piuttosto scontato infatti che ogni discorso "diretto", non avrebbe avuto alcun senso, avendo l'interlocutore la possibilita' (alle volte inconscia) di dare risposte filtrate dal razionale che come ben sai, tende a difendere un' immagine di se' più che il se' vero e proprio, diciamo che....ho usato delle tavole di Rorshach un tantinello personalizzate .

E veniamo alla ricerca vera e propria (ne dichiaro i fini allo scopo sia di un tuo utilizzo della stessa, magari a scopo comparativo con i tuoi studi e sia ovviamente con l'offrire la possibilita' agli altri di meglio comprendere se' stessi).

Quello che mi ha sempre colpito, e' la tendenza alla ripetitivita' degli schemi comportamentali a prescindere dall'eta', sesso e cultura, degli individui: naturalmente, nel corso della mia vita, ho avuto modo di trovare molte risposte, ma il campo del "virtuale" era ancora vergine (almeno per me) ed ho tentato di scoprire se in assenza di un contatto "diretto", gli stessi schemi venivano riproposti o, se piuttosto, l'anonimato non avesse potuto in qualche modo favorire un effetto "ubriachezza", ossia un qualche calo nelle difese (maschere egoiche) normalmente usate. La conclusione cui sono giunto e' che l' "in vino veritas" avviene solo in modo parzialissimo, tale da essere pressocche' trascurabile, unica differenza riscontrata tra il "reale" ed il "virtuale" e' una certa accelerazione dei processi, probabilmente dovuta alla possibilita' di disimpegno rapido dall'interlocutore di turno.

Il nefasto binario:

Sin dalla piu tenera eta', inizia quel processo di trasposizione della realta' su un piano del tutto mentale, che porta alla formazione di collegamenti sinaptici rigidi (come gli scambi delle stazioni ferroviarie). La cara, vecchia "tabula rasa", diviene rapidamente un ricordo, il pensiero e' instradato, codificato & certificato "doc" (denominazione d'origine cazzona). Ad ogni nuovo input, la risposta e' sempre più automatica, legata alla "catalogazione" dei percorsi cognitivi (sempre piu stretti): nulla sfugge a questo insanissimo processo, emozioni incluse!
La ragione alla base di questo strampalato modo di agire e' abbastanza ovvia, risiede nella "necessita' " di creare un'immagine che ci rappresenti al mondo ed a noi stessi in modo apparentemente univoco (individualita') ma in realta' e' un'immagine fasulla, frutto di condizionamenti esterni (genitori, amici e societa' in genere) ed interni (bisogno di ottenere stima ed autostima). Ognuno e' convintissimo d'aver tracciato un percorso nuovo e personale nella foresta dell'esistere e tale risibile convincimento, deriva dal mancato riconoscimento dei meccanismi cui ho accennato e....nulla di strano se questo riconoscimento non si attua, perche' avvenga, occorre "uscire" dal binario schematico ed osservarne il percorso obbligato, solo allora la nostra mancanza di liberta' ci apparira' in tutto il suo orrore.
Giunti a questo punto, molti di voi si saranno definitivamente convinti che io sia ben piu' matto di Willy, vero? Beh...pensatelo pure, e' anche questo un modo per difendere il binariuccio sul quale state comodamente viaggiando verso il...nulla.


Il territorio:

Una delle cose più banali che si incontrano nell'osservazione del comportamento umano e' la necessita' di tracciare una linea immaginaria che delimiti il "territorio", questa linea, come tutti sanno, e' composta in realta' da varii cerchi concentrici: quello piu esterno ci "difende" dagli sconosciuti, quello mediano dalle persone note ed infine quello piu' interno (che corrisponde ai confini reali del nostro corpo) e' oltrepassabile solo dalle persone con cui siamo in intimita'.

Non e' difficile vedere l'analogia con il comportamento animale, i territorii di caccia o comunque di pertinenza, vengono marcati in genere da un segnale olfattivo piuttosto intenso (ghiandole preposte secernono appunto una sostanza di odore pungente e persistente), questo segnale viene costantemente "aggiornato", rinfrescandone l'intensita' su alberi e rocce disposti in modo strategico, tale pratica e' talmente importante dall'essere mantenuta anche in cattivita' (i gatti domestici, marcano il territorio pisciando sui muri di casa).

Gli esseri umani, usano un sistema analogo anche se meno sgradevole all'olfatto e ricorrono al "simbolo" (una scritta proprieta' privata) oppure ad uno o più oggetti che li rappresentino in loro assenza (vedi il cappotto sulla sedia del cinema o la sequenza di oggetti attorno all'asciugamano sulla spiaggia).

Ovviamente, questo costume, nasce dalla necessita' di conservare uno spazio vitale sufficientemente ampio, sgombro da qualunque concorrenza (vuoi alimentare che sessuale) ed anche se nel corso dei millenni, la cosa e' diventata del tutto inutile almeno ai fini originarii, abbiamo conservato traccia nella parte piu inconscia del nostro essere ed abbiamo sostituito la "minaccia" di danno fisico con la "disapprovazione" (un'occhiataccia allontana di solito immediatamente l'incauto che ha osato violare il nostro spazio).

Nulla e' mutato, il meccanismo si e' conservato magnificamente nel tempo, anzi, si e' radicalizzato a tal punto da diventare un "habitus" mentale, chi e' troppo "permissivo" infatti, viene guardato con sospetto dai "normali".

Il dentro e il fuori:

Troppo facile sarebbe sintetizzare il capitolo precedente con il termine usato ed abusato di..."retaggio", il motivo per cui si continua a porre in atto atteggiamenti di "chiusura" o "limitazione" o comunque circoscrizione pur essendo cessate le ragioni per le quali si sono formati e' ben altro e piu complesso di una cattiva "cancellazione" di un file obsoleto.

Perche' vi sia necessita' di un qualche "confine" e' basilare che vi sia una percezione duale del mondo, un IO ed un TU, un dentro ed un fuori, un mio ed un tuo ed ora, alla luce di queste considerazioni, appare ben chiaro che alla base di tutto vi e' il "possesso" ed alludo non al possesso di beni di un qualche tipo, ma all'immagine, al concetto stesso di possesso, alla sua idealizzazione ai fini identificativi del soggetto che tale assunto ha in se' assurto a dogma.

E' talmente radicato questo convincimento e questo tipo di catalogazione del reale (magnificamente espresso da Cartesio) dal portare l'essere umano ad un grado di tal perfido degrado che...alla fine il suo pensiero e' totalmente identificato con il suo frutto (la catalogazione duale): lo e' a tal punto da varcare i confini della mente stessa, la proiezione in un immaginario "fuori" e' cosi' efficace, completa ed assoluta, da non avere piu' alcuna coscienza di se': il pensiero e' oramai proiettato all'esterno ed all'esterno vive e consuma i suoi drammi e le sue gioie, il corpo, segue come un'appendice insignificante, il suo fuggiasco direttore.
Ogni azione e' un'azione compiuta all'esterno, stimolata dall'esterno e ritenuta valida o meno esclusivamente mediante comparazione con altri atti esterni, compiuti da altri soggetti ugualmente proiettati all'esterno.

L'attore e' morto, fagocitato dal suo pensiero, di lui rimangono solo gli echi della recita e, dell'uditorio, parimenti fagocitato, resta unicamente l'applauso o il dissenso TUTTO VIRTUALE !


La fotografia:

Giunti a questo punto della trattazione, e' doveroso inserire una "foto" dello zombie medio (ossia del 99 % dell'umanita').

Mister x e' perfettamente inserito nel suo contesto sociale, si identifica in una "classe" (e' irrilevante che sia bassa o elevata), ha una precisa idea pollitica (balle, e' solo condizionamento), ha una famiglia, un'automobile e tutte le solite menate che si crede rendano piacevole la vita.

I suoi meccanismi emotivi, sono perfettamente riconoscibili:
tutto fila liscio sintanto che incontra persone che lo assecondano (non mettono in pericolo la sua perfetta identificazione), ma, al primo accenno di dissenso....apriti cielo, la sua mente perfettamente...immobile nella necrosi imbalsamatoria, sputa fuori con matematica precisione tutta l'indignazione che ha imparato esser doveroso esprimere in questi casi. Naturalmente, i meccanismi di difesa (assolutamente comuni a tutta la necropoli cerebrale in cui "vive" ed agisce), sono efficacissimi, a patto di avere come avversario un altro zombie, altrettanto condizionato, anche se il percorso culturale del secondo ha prodotto un tipo di condizionamento diverso (almeno nella forma), da qui...il conflitto.

In seguito, trattero' in modo piu esteso il concetto di conflitto, poiche' e' piuttosto interessante, per ora, mi limito ad affermare che in realta' il conflitto avviene puramente sul piano simbolico e totalmente astratto dei preconcetti (entra un input veicolante un preconcetto e vi viene opposto un altro preconcetto facente parte del bagaglio di preconcetti personali che stoltamente vengono creduti...idee proprie).

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Messaggio Da Luciano Mess Mer 26 Giu 2013, 3:31 pm


Il meccanismo di difesa punta a due risultati, il primo e più gratificante e' l'indottrinamento (inculcare i nostri preconcetti in sostituzione di quelli che ci vengono lanciati contro), il secondo (una volta fallito il primo) e' l'esecrazione e l'esclusione della "mela marcia", ossia di colui che non ha voluto uniformarsi al nostro tipo di "sonno".

Come abbiamo potuto vedere, l'immagine che ne esce e' del tutto sconfortante, il pensiero e' totalmente assente, sostituito da una sequenza infinita di frasi ed emozioni preconfezionate e pronte all'uso; l'individualita' e' inesistente (anche se le marionette non lo sospettano minimamente).


Hypnos e Maya:

Il simpatico fratello di Thanatos regna incontrastato da sempre e benche' lo si raffiguri come figlio della notte...egli agisce di giorno, creando Maya, l'illusione. Tutto e' sogno, tutto e' falso, ogni liberta' di cui gli esseri umani sono convinti di fruire e' solo una proiezione di Hypnos.
Lo stato di veglia e' in realta' uno statao assolutamente catatonico, comandato e regolato da automatismi perfetti!

Quando qualcosa si inceppa, si hanno i primi sprazzi di veglia, L'ipofisi e l'ipotalamo entrano in sciopero (le endorfine non vengono piu prodotte) ed il simpatico vortice amigdalare si scatena. Naturalmente tale stato non viene immediatamente riconosciuto per quello che realmente e', anzi, i primi istanti essendo confusi, fanno intervenire la psicologia classica e lo strizzagrulli di turno vi riempira' di ansiolitici (benzodiazepine e simili) che provvederenno a rispedire a calcioni l'amigdala in letargo.



Trattandosi di un manualetto piuttosto eretico...da questo punto in poi la strada prendera' una direzione che fara' storcere in naso alla medicina ufficiale (sono in odor di rogo da tutta una vita e quindi la cosa non mi disturba minimamente).



I risvegliandi:

Con questo termine, intendo indicare, quegli esseri che hanno la fortuna di avere il meccanismo soporifero (i fili delle marionette) che tende a zoppicare, ahime', il problema sorge quando i soggetti baciati da cotanta fortuna tentano in ogni modo di ripristinare il meccanismo del "sonno". Tale anelito e' perfettamente comprensibile, infatti in tale stato, tutto e' bellino, tutto fila liscio, il corpo non da' disturbi, la mente tace e la vita fila via liscia come un dito glicerinato che tasta una prostata. A chi non e' capitato almeno una volta nella vita, di risvegliarsi dal "sonno" notturno e di voler a tutti i costi tornarvi perche' si stava "vivendo" un sogno bellissimo?

Nel sonno diurno, il meccanismo e' identico. Ogni mezzo e' lecito per rintuzzare gli attacchi della "sveglia", quindi ben vengano gli strizzagrulli o l'alcool o la droga o....la pazzia!

Il film Matrix ha reso piuttosto bene l'idea di quel che intendo (anche se i fini del sonno indotto erano fantasiosi).

Come certo ricorderete, la tecnica di risveglio era piuttosto dolorosa ed anche nel nostro caso lo e', lo e' a tal punto dall'annichilire i piu deboli (per questo, tranne rare eccezioni la cosa si svolge gradualmente).
In oriente, il processo viene definito "risveglio della kundalini", in occidente potremmo chiamarlo "risveglio della coscienza" ma il succo non cambia, oltre il velo dei termini, la sostanza e' identica.


Il dolore:

Il piu potente sistema di risveglio a me noto e' proprio lui, il dolore, non voglio certo alludere ad un doloretto insignificante, ma ad un dolore profondo, tale da insinuarsi nella Platonica caverna del nostro essere e con il suo stimolo portarci alla luce, a quella fonte di sapienza che normalmente non vediamo.
Il dolore e' il labirinto iniziatico, la via maestra che conduce attraverso mille prove e distrazioni al fine ultimo, dell'aspirante UOMO. Se vissuto con intelligenza, esso porta alla perdita di ogni possesso identificativo, tutto brucia sul suo cammino, ogno cosa che rivestiva una qualche importanza nel vissuto pregresso, viene abbandonata e riconosciuta come inutile illusione.

La vita stessa, intesa come brama di esistere, una volta che il dolore ha compiuto la sua opera purificatrice, perde di significato e di attrattiva. Nessun iniziato che abbia il coraggio di definirsi tale ha ancora in se' una qualche brama.
Il mondo riassume la sua forma ludica, chi ha varcato la soglia del dolore e non ne e' rimasto annientato, lo vive cosi', un immenso giardino d'infanzia, dove imparare giocando, dove tutto e' transitorio: una spiaggia sulla quale si costruiscono infiniti castelli di sabbia, ma anche una spiaggia dove si e' perfettamente consapevoli che tali costruzioni vivranno solo sino alla successiva marea. Solo chi e' ancora dormiente si illude che le sue opere dureranno in eterno, solo la sua fantasia vede l'acciaio dove c'e'...la sabbia!

Il dolore e' un cavallo selvaggio, che va cavalcato con decisione; nella sua folle corsa egli attraversa regni governati da incubi orrendi, inferi inesplorati ed alieni, ma ad ogni passo, i suoi zoccoli ne distruggono qualcuno, togliendogli ogni potere sull'incoscio dell'uomo. Le Furie affamate s'opporranno in ogni modo, evocando paure ancestrali mai superate, tutto l'orrore che ha ispirato gli scrittori d'ogni tempo, si parera' dinanzi a chi osera' continuare.
Non pensiamo al geniale Poe o al contemporaneo Dario Argento, il dolore richiede decisione e sprezzo del pericolo!

Le Sirene dell'oblio, intoneranno i loro canti, più suadenti che mai, guai a prestarvi ascolto, il dolore si trasformerebbe in sofferenza, sorella degenerata del dolore, inutile e malsana, a lei s'abbandonano gli sconfitti, coloro che non sono stati capaci di seguire sino alla fine il cammino. Poveri esseri che hanno avuto l'ardire di assaporare solo poche gocce dell'amaro calice, senza avere il cuore abbastanza saldo per berlo tutto.

Ho avuto modo di imbattermi in molte persone cosi', sia nella vita di tutti i giorni che in quella virtuale. Poveri esseri sperduti che tentano di ricucire una vita spezzata, che sentono una pressione interiore senza nome e tentano di razionalizzare ricreando succedanei di emozioni, anelando ad una "normalita' " perduta e definitivamente preclusa, zombie, solo poveri zombie, mezzi vivi e mezzi morti, gente rimasta a meta' del guado.
Tu, mummia dalle bende tarlate, ti ci riconosci? Hai abbastanza fegato da rispecchiarti in quel che leggi?


Il bene e il male:

Sin dai tempi più remoti, con il termine bene, si indica uno stato di soddisfazione psicofisica, ovviamente, per male si intende esattamente l'opposto.
Anche in quest'ambito, la nostra cara psiche, ha storpiato la faccenda, relegandola, come ha fatto con tutto il resto, nella sfera dell'immaginario.

Il moderno male, e' piu inteso come pressione ideologica che come afflizione fisica, in ogni strato sociale, serpeggia un malcontento diffuso, alle volte supportato da qualche motivazione piu o meno fantasiosa, altre volte viene vissuto come semplice disagio senza nome. A chi non viene in mente la sofferenza di Psiche nel non poter vedere il suo sposo Amore?: Ella tutto aveva, eppure....un semplice capriccio rovino' tutto. Parimenti, la nostra mente irrequieta produce da sola il veleno con cui si disseta, tale veleno e' il frutto di un'insanabile conflitto tra quello che ci circonda e l'immagine distorta che ce ne siamo fatti. Tutto quello che non si sovrappone al nostro immaginario preconcetto, e' male...

Messa cosi', la faccenda e' talmente insolubile, da essere destinata ad annichilirci; per fortuna, esiste un antidoto (di cui non abbiamo alcun merito), ed e' l'alternanza tra bene e male (questa volta oggettivi). queste forze ancestrali, che nulla hanno a che vedere con la nostra visione miope e concettualizzata, operano in perfetta armonia ritmica, simili al moto ondoso degli oceani, sono composti da un seno (male) e da una cresta (bene), il tempo in cui regna "male" e' un tempo di sofferenza oggettiva (catastrofi d'ogni tipo, guerre, carestie,dolore) ed in questi magnifici frangenti, l'uomo, pungolato da necessita' pratiche immediate, da' il meglio di se', l'immane pressione lo porta a vette incredibili, nulla appare impossibile, poiche' profonde ogni sforzo impiegando l'energia di ogni suo singolo atomo.

Va da se' che questa corsa a scudisciate non puo' durare a lungo, pena il superamento della soglia critica che lo porterebbe alla distruzione, ed ecco intervenire l'inversione, il regno di "bene". Questo periodo, importante quanto il precedente e' caratterizzato dalla metabolizzazione di quanto prodotto nella fase precedente, il tempo e' dedicato a raffinare e consolidare le conquiste, la "necessita' " non e' più impellenza e quindi lascia spazio alla morale (sempre parziale e bacata, ma piu' raffinata della precedente).

A lungo andare, la spinta si esaurisce, la noia prende il sopravvento e tutto diviene immoto, se non fosse per l'avanzare della nuova onda di "male", e...il ciclo ricomincia.


La noce di cocco:

A questo punto della trattazione, si ha l'impressione d'aver decisamente abbandonato l'impronta psicologica che avrebbe dovuto rappresentare il filo conduttore di quest'articolo; niente di piu errato!
La noce di cocco e' una meravigliosa metafora, adattissima a far comprendere la struttura articolata del trattato e di conseguenza, dell'animale "uomo".

Il seme (che coincide con la parte commestibile), e' formato da un liquido (latte) che insieme al mesocarpo polposo permette la germinabilita', mentre l'endocarpo a consistenza legnosa ne e' la protezione atta a garantirne la vitalita' per un periodo piuttosto lungo. E' proprio l'endocarpo quello che al momento suscita il nostro interesse, esso infatti e' composto da fibre compattate e filamenti pelosi non ancora inglobati (assomiglia ad una testa umana e proprio per questo e' oggetto di numerosi riti nei paesi in cui lo si coltiva). Nella nostra similitudine, azzardiamo un parallelo tra questi filamenti e la formazione psicologica individuale: ognuno di essi e' un pensiero estroflesso di tipo cognitivo, atto a mantenere il contatto tra l'osservatore ed il mondo esterno (non e' del tutto riconducibile alla kantiana trasformazione dei fenomeni in noumeni ma ci avviciniamo di molto), Tali estroflessioni, infatti, si cristallizzano, integrando in modo permanente la scorza endocarpica dell'umano pensare ed inspessendola strato su strato: migliaia di generazioni, hanno reso granitico il nostro mondo delle astrazioni, concettualizzate e sostituite alla realta' tangibile!

Qualora ci si limitasse alla psicologia descrittiva (intesa come mera catalogazione dei fenomeni comportamentali umani), ci limiteremmo ad analizzare SOLO la scorza, considerandola seme a tutti gli effetti, del resto, ogni fenomeno emotivo e comportamentale umano, trova origine e compimento proprio sulla struttura esterna della "personalita' " ed in essa, convenzionalmente, vi si identifica in toto.

La psicologia sperimentale, viceversa, punta all'essenza stimolando la forma, esattamente come fanno alcune dottrine orientali, in parole semplici, sfruttano i difetti della struttura apparente per penetrare l'essenza reale. Anche le religioni credono di far questo, ma e' un'illusione, dovuta all'approccio esclusivamente fideistico e delegante ad un'ipotetica divinita' il compito del "conoscere", ritenendolo assolutamente trascendente e quindi inconoscibile dall'uomo; come si puo' notare, l'aspetto escatologico della ricerca, langue! Sostituita da una pallidissima esegesi di ben poco valore, infatti, rappresenta la presunzione di assaporare il seme del cocco, leccandone....la scorza!!!

Ma vediamo di definire cosa sia il seme (la parte mesocarpica): e' l'essenza pura, e' il curiosone che in questo momento vi sta costringendo a leggere, e' l'ospite che sbircia da dietro i vostri occhi, e'...il se', l'elemento divino incarnato!
Pregno di vitalita', esso e' la vita stessa, il principio vitale che deve essere preservato (l'endocarpo appunto lo difende), ma...se e' davvero la vita stessa, qual mai bisogno ha di difendersi?



L'interprete:

La, "vita", per esprimersi, ha bisogno di un interprete, di un trait d'union, tra la sua realta' eterea e la forma densa, quest'esigenza e' abbastanza evidente se osserviamo il vapore acqueo: esso e' presente in quantita' immensa nell'aria, eppure non e' capace di spostare un blocco di ghiaccio che e' pur sempre...se' stesso, anche se in forma diversa, per compiere questo lavoro, deve ricorrere ad uno stato intermedio che e' quello liquido, allora si', in forma d'acqua impetuosa puo' spostare un blocco di ghiaccio o qualunque altra cosa appartenente al mondo dei "solidi".

La permanenza allo stato liquido, comporta inevitabilmente i suoi rischi (se rimane troppo a lungo a contatto con del ghiaccio e la temperatura e' bassa...diviene ghiaccio a sua volta), urge quindi il movimento, quale difesa dal rischio di rimanere "intrappolata" in uno stato che desiderava solo "sfiorare". La vita corre il medesimo rischio, se troppo focalizzata sul piano denso e se la focalizzazione permane a lungo...si formano le emozioni che sono il primo segno del processo di cristallizzazione, poi...pian piano, il processo corrode ed ingloba tutto quello che lo circonda, trasformando l'etere analizzatore in basso analizzato.

Le forme pensiero:

E' noto ed arcinoto che ci e' assolutamente preclusa la possibilita' di conoscere qualcosa in modo diretto e completo, il massimo che possiamo fare e' crearcene un'idea, una forma pensiero appunto, a sua volta analizzata da un'altra forma pensiero che ci rappresenta. Un'ombra che studia un'altra ombra.



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Messaggio Da Luciano Mess Mer 26 Giu 2013, 3:33 pm


La prigione:

Ricapitolando quanto emerso sinora, possiamo gia trarre le seguenti conclusioni:

1 Esiste un'essenza indagatrice

2 Esiste un'essenza indagata che si presenta in uno stato di "forma"

3 L'essenza indagatrice, per poter compiere la sua indagine, ha necessita' di divenire lei stessa "forma"

4 Chiunque diventi "forma", e' prigioniero del tessuto costitutivo della forma stessa, ossia le emozioni identificative

5 Il dolore e' il memento che ci evita un'identificazione irreversibile




La macchina infernale:
 
Sinora, abbiamo realizzato che le emozioni e le identificazioni in esse sono le sbarre della nostra prigione, resta da capire come si formano e soprattutto...perche'!
 
Il come e' piuttosto semplice, basta provare a frequentare un cinema di pomeriggio, ma non per svago come fate di solito, andateci con un preciso scopo indagatorio e scoprirete quanto segue:
 
La sala e' buia, l'unica cosa visibile e' lo schermo (focalizzazione dello sguardo in un'unica direzione), i personaggi sono dimensionalmente molto grandi (l'attenzione risulta maggiormente concentrata su di essi), a meno che non si tratti di un documentario sui pinguini gay, immediatamente viene fornito un modello identificativo (il bello, il buono o lo sfigato che fa tenerezza). Dopo poche battute che servono a descrivere per sommi capi i personaggi , si entra nel vivo e...si perde la cognizione del tempo e dello spazio, lasciando che le suggestioni esterne penetrino sin nel profondo, anzi, amplificate dalle suggestioni interne prodotte dall'entrata in fase del nostro immaginario con quello che ci viene proposto.
Quante volte il vostro cuore ha perso un colpo vedendo un'azione particolarmente rischiosa? Quante volte avete gioito con il protagonista o trattenuto una lacrima per le sue disgrazie?
Giunti alla fine della proiezione potrete osservare un'altro strano fenomeno che e' assimilabile agli ordini post ipnotici, ed e' la meraviglia nello scoprire che all'esterno c'e' il sole!!
Lo smarrimento dura solo un attimo, la parte razionale infatti riprende il controllo molto velocemente, ma e' proprio per questo che vi ho invitato ad andarci con le antenne ben ritte.
 
Naturalmente tutte le suggestioni che vi ho proposto non hanno valore assoluto, infatti in qualunque momento della proiezione vi e' sempre una parte di voi che rimane vigile e questo avviene non perche' siete dei fenomeni di consapevolezza e di autodifesa, ma soltanto perche' la suggestione non e' globale! I sensi infatti, seppur marginalmente, vengono stimolati anche da un "fuori", rappresentato dalle poltroncine, dalle testacce ingombranti di chi vi siede davanti, dal pop corn che ruminate con gusto e dalla coscienza che lo schermo ha una "dimensione" ben precisa (la vostra visione periferica infatti ne coglie i bordi).
 
Ben piu profonda, risulta la suggestione se vi trovate dinanzi ad uno schermo a pochi metri di distanza, in modo da non poterne cogliere i confini; negli anni 70 nei luna park, usavano questo trucchetto per far ammattire i ragazzi, lasciandoli in piedi e proiettando brevi filmati di volo acrobatico: le reazioni erano puntualmente di perdita dell'equilibrio con vertigini che duravano diversi minuti.
 
Ovviamente avrete gia capito da lunga pezza dove voglio andare a parare...
La vita, non e' altro che un film tridimensionale, nulla ci indica un "fuori", non uno schermo finito, non una sala, per quanto grande ma riconoscibile, nulla di nulla!
In queste condizioni e' naturale che la "proiezione" venga definita "realta' ".
 
Per nostra fortuna il proiettore alle volte si "inceppa", sia attraverso il meccanismo del dolore (di cui ho parlato in precedenza), sia attraverso qualche sprazzo di chiaroveggenza o altri "fenomeni" che in qualche modo "disturbano" il nostro sonno.
Il perche':
 
Questo e' un pochino piu difficile da digerire, infatti, stiamo per entrare prepotentemente nell'ambito shamanico (non e' poi cosi' diverso dalla psicologia come si vorrebbe credere ma in genere non lo si nota).
Se l'essere che incarniamo assiste ad una rappresentazione e se tale rappresentazione presenta dei "difetti" che permettono sbirciatine in realta'..."altre", la naturale deduzione che ne segue e' che siamo degli argonauti in cerca di un vello d'oro che non puo' certo trovarsi dentro ad una rappresentazione, per quanto sofisticata essa sia!
 
Viaggiamo nell'infinito mare delle potenzialita', un po' come all'inizio dei tempi, l'energia era immensa ma...la materia era solo una potenzialita', una delle innumerevoli possibilita' possedute era il condensarsi in un universo abbastanza simile a quello che percepiamo ora, seppur diverso, stante la sua dinamicita' e...l'ha fatto. ma per quanto durera' quest'immagine?
Noi, di tanto in tanto, fissiamo l'attenzione su di un punto e questi diventa il centro su cui collassa una potenzialita', diventando percepibile ai nostri "sensi" (naturalmente, creando un punto focale, inevitabilmente collassa anche la nostra percezione assieme alla potenzialita' fissata), tornando a Giasone, possiamo ben dire che le varie condensazioni rappresentano le tappe "solide" della navigazione, le isole,i porti, le soste. Le sirene, sempre in agguato, tentano di farci naufragare in modo definitivo in una particolare ed unica "realta' ", bloccando in tal modo il nostro viaggio, non con un atto di forza ma facendo leva sul nostro desiderio di "sicurezza", tale desiderio non e' connaturato in noi, ma e' legato al processo di focalizzazione, ne e' parte indissolubile e fondante (senza tale esigenza, mai si potrebbe condensare alcuna potenzialita', stante il disinteresse o àncora del nostro desiderio).
 
Suggestione ed autosuggestione:
 
La suggestione e' ben nota in psicologia, vedete dunque quanto lo shamanesimo e la psicologia sono legate?
Il processo di suggestione e' normalmente usato, sia in campo clinico che pubblicitario in modo cosciente, nella vita di tutti i giorni viene usato anche da chi non ne sa' nulla, ma in questo caso e' posto in essere in modo inconscio (ad esempio ci vestiamo in un certo modo e/o ci comportiamo secondo uno schema che presumiamo colpira' il nostro interlocutore).
 
Molti "disturbi" psicologici, sono soltanto incrinature nel bozzolo di "realta' " in cui siamo prigionieri e la moderna psicologia, non comprendendolo, tenta di "curare" quella che non e' certo una patologia! Tralasciando la parte farmacologica (cui ho fatto cenno alcuni capitoli fa), il sistema maggiormente usato e' quello di sostituire una suggestione dolorosa con un'altra gratificante, in modo da ottenere un fiumiciattolo di endorfine che obnubilino l'apertura che si stava producendo.
Le persone piu dotate intellettualmente, ricorrono al fai da te, et voila' l'autosuggestione, simpatica pezza, in genere troppo piccola per tappare il buco!
 
Non sto ad elencarvi i procedimenti (peraltro elementari), li potrete trovare in qualunque pubblicazione a carattere psicologico, infatti, in questa sede, non e' importante imparare i trucchetti con cui generare una suggestione positiva e gratificante, lo scopo e' ben diverso....qui intendo destabilizzare le suggestioni, allargare la crepa e non rappezzarla malamente!
 
Chi ha letto sin qui, inevitabilmente ha assorbito una parte di antidoto al "sonno", magari non ve ne rendete ancora conto, ma in voi s'e' innescato un mutamento che dopo un tempo piu o meno breve, sfocera' in una perdita di quella che ora considerate la vostra "identita' ", tale processo, per quanto lento possa risultare, stante il vostro grado di opposizione positivista piu o meno marcato....e' comunque irreversibile!
Il primo passo per levarvi le bende l'avete compiuto!
 
Quel che segue e' un'approfondimento della....follia controllata, uno strappo deciso col passato, qualcosa che vi rendera' non più mummie ma esseri liberi e vivi, occhio pero' ai rischi legati all'operazione, solo chi ha il cuore ben saldo puo' procedere senza troppi rischi, chi non se la sente ancora di affrontare i tori dagli zoccoli di bronzo...si fermi qui e tralasci il resto dei capitoli. 

La follia:
 
Con questo termine si indica in genere uno stato transitorio o permanente di alienazione mentale che pone il folle, fuori dal normale svolgimento dei compiti e pensieri, comuni alla maggioranza degli individui a lui simili per razza, cultura, sesso, ceto e cosi' via. Andrebbe precisato, per onesta' (ma mai vien fatto), che la follia piu' che rappresentare una minoranza bacata e deviata, in realta' e' una condizione elitaria, una vetta, un apice del pensiero o del non pensiero a seconda di come si manifesta.
Sempre nell'immaginario collettivo, una punta di follia viene accettata e suscita anzi, ammirazione, mi riferisco ovviamente ai piloti di formula uno o agli scalatori estremi ed in generale a tutti coloro che osano sfidare la morte (paura atavica) per puro diletto. Lo stesso vale per la follia giovanile, le follie amorose e chi più ne ha più ne metta!
 
In soldoni, si potrebbe dire che e' lecita tutta quella follia che ognuno di noi, magari con la fantasia vorrebbe poter provare e quindi la riconosce, seppure allo stato potenziale in se'.
Tu sai bene di che parlo, caro Willy, poiche' anche tu come me l'hai provata in mille occasioni, conosci la sensazione di dolorose piacere che l'imbrago trasmette alle cosce ed ai glutei quando lo strappo del paracadute, t'avverte che...anche per questa volta non ti spiaccicherai al suolo o il senso di timorosa onnipotenza che si prova portando la cloche alla pancia e pedale contrario, la vite turbinosa che smarrisce i sensi, il lento rilascio a picchiare, il livellamento e la ritrovata quiete dell'ape impazzita che torna libellula, ma tutto questo... e' follia di serie b, gioco di bimbi che simulano emulando, l'attivita' dei grandi, nell'a volte gioioso a volte disperato tentativo di crescere, di raggiungere una meta che possiamo solo intuire.
 
La follia "vera", quella che non e' accettata perche' troppo aliena e quindi generatrice di paure senza nome, quella e solo quella e' vita, comunque si esprima, sia quindi rendendo il folle un reietto che procede senza meta apparente e pronuncia frasi comprese solo da lui, sia quella che porta ai vertici del pensiero umano, trasformando la scimmia in genio.
Sempre e comunque, la sua estrema espressione, passa per l'abiura di ogni convenzione, il rinnego secco e deciso di qualsivoglia schema comunemente accettato dalla massa.
La follia spezza ogni catena, ogni costrizione, ogni limite.
 
Cavalcare la tigre:
 
Come ogni cosa portata all'estremo, anche la follia ha i suoi rischi e non sono piccoli, la solitudine intellettuale, l'estremizzazione della speculazione logica, il seguire ossessivamente il vettore di forza della conoscenza più pura, possono portare ad una prigionia persino peggiore di quella cui eravamo abituati; prima vi era il carcere delle forme, ora, aleggia lo spettro dell'informe, in mezzo...un piccolissimo varco a mo' di sfintere, unico passaggio verso l'oltre, a sua difesa, orrori senza nome si alternano a dolcezze ineffabili, trappole, null'altro che trappole disseminate senza badare a spese, da un demiurgo geloso. Chi vi incappa e si lascia catturare, potra' trascorrere i suoi giorni urlando di terrore, oppure divenendo un santo ed un'esempio per il resto del branco cieco, tutto dipende da quale trappola e' scattata.
Essendo noi tutti emanazione del demiurgo, portiamo impresso il suo marchio e di conseguenza, abbiamo profondamente radicati in noi i suoi stessi schemi ed usiamo i suoi trucchi nel quotidiano, infatti, per ridurre all'impotenza un avversario che riteniamo pericoloso, ricorriamo ad un'azione di forza e se questa strada non risulta percorribile, usiamo la lusinga, l'aiuto, la promozione, sia a livello di singoli che di aziende o stati, il meccanismo e' sempre il medesimo "se non puoi batterli, fatteli amici". Dunque? Perche' tanta meraviglia ho colto nel tuo sguardo mentre leggevi il passaggio sul demiurgo e le sue trappole?
 
Il grande Ermete, aveva colto buona parte della verita', magistralmente espressa nel Kybalion, egli aveva stanato il demiurgo, rese chiare le sue regole ed i suoi metodi, capito il parallelismo tra le cose piccole e quelle grandi, tanto sfacciato da risultare invisibile alle menti comuni.



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Messaggio Da Luciano Mess Mer 26 Giu 2013, 3:36 pm


La follia inutile:
 
Chi ama definire folle, un qualsiasi soggetto che non riesce a comprendere, schematizzare ed inserire in un contesto preordinato....e' a sua volta folle, ma a differenza di chi riconosce di esserlo, non sa' usare la sua follia e quindi e' in cuor suo convinto d'esser "normale", QUESTA e' la follia inutile, l'illusione diffusissima della "normalita' ".
 
Ai vertici di questo mostro, troviamo gli spiriti "eletti", i "genii", le menti inavvicinabili, gli invidiati.
Un branco di imbecilli che trascorrono la loro esistenza indagando i misteri della natura, dell'animo umano e di quant'altro e' studiabile. Il fine delle loro ricerche? Il nulla, solo e sempre il nulla! Come e' impossibile scoprire il nome dell'operaio che ha assemblato la vostra automobile studiandone il paraurti, cosi' e' impossibile scoprire il nome del creatore osservando i particolari del creato.
La prova di quest'assunto la potete trovare...ovunque guardiate, posto che lo facciate con lo spirito silente!
Scacciata l'ammirazione per le umane conquiste e per i grandi intelletti, sarete in grado di osservare il loro procedere senza velo alcuno e...la realta' vi apparira' in tutta la sua grigia tristezza. Ogni uomo su questo pianeta, per quanto apparentemente geniale, null'altro ha saputo produrre che una pallida imitazione di qualcosa che gia' esisteva in natura e per farlo, ha dovuto usare la natura stessa, sia come fonte di ispirazione che come materiale grezzo. Ogni sublime conquista, e' stata un volgare copia incolla del creato. Non e' dunque pazzia inutile?? Non e' forse uno scimmiottare l'opera del demiurgo??
 
Questa e' la via della perdizione, dell'infinito vortice che ci tiene legati a questa dimensione, e'...un'amigdala ben funzionante, cheta ed oliata!
Chi non ha ancora una chiara visione di questo, in genere prova solo un fastidio di sottofondo, un mal di vivere non definito, intuisce in qualche modo che il meccanismo non e' perfetto, ma tenta di porvi rimedio attraverso l'uso di quegli stessi strumenti che ne sono la causa, vuole evadere dalla realta' quotidiana, scavando un tunnel che lo porta....nella cella adiacente come l'abate faria.
 
Ebbene, se hai iniziato a leggere questi capitoli snobbando il mio monito, vuol dire che nulla ti soddisfa piu', che ogni palliativo lenisce la tua inquietudine per poco, che sei pronto a superare il guado della pazzia inutile ed approdare nella terra della follia controllata.


Il fiume dell'onnipotenza:
 
Per rendere chiaro a molti, se non a tutti coloro che si stanno cimentando nell'arduo compito di seguire il mio folle discorso, e' necessario comprendere, non solo il meccanismo della follia, ma anche la sua geografia, le sue mete!
Abbiamo detto, che prima o poi, viene il tempo in cui barlumi di risveglio, saettano nella nostra mente, orbene...vediamo di fornire qualche immagine, qualche allegoria, per facilitare una descrizione, altrimenti relegata al puro astrattismo del pensiero sofistico.
 
Iniziamo a tracciare una mappa ideale, su cui poter visualizzare i percorsi e le soste del nostro....viaggio: la prima cosa da fare, e' creare uno spartiacque, una linea mediana che divide come una cicatrice il territorio in  due parti distinte, da un lato vi e' la terra sicura del compiuto, del pensiero ormai cristallizzato e solido, dove vive la cosiddetta "umanita' ", in tale vasta landa, nulla si modifica, tutto e' bello stabile e rassicurante, unico segno di vita e' qualche terremoto o eruzione vulcanica, paragonabili agli inutili e rabbbiosi strattoni che il condannato da' alle catene che lo avvingono, per il resto....
L'uomo non fa' certo eccezione, segue pedissequamente questa regola primordiale, anche qui, come per la terra su cui vive, la ribellione e' data esclusivamente da qualche saltuario quanto inutile malessere esistenziale che non e' prodromo a nulla, sintanto che non viene cambiato il concetto stesso di "vita".
Il confine di questo inferno, travestito da paradiso, lo immagineremo come un fiume, un fiume che contorna ad anello, tutto quel che di norma percepiamo, viviamo, sperimentiamo. In mezzo al fiume, vi sono degli isolotti, piccoli approdi notturni, essi sono...i sogni, notte dopo notte li visitiamo, convinti d' aver trovato un luogo magico, una realta' "altra". In cuor tuo, lo credi anche tu, vero? Dai, confessa, sotto sotto, i sogni rafforzano in te, l'illusione di un aldila', non e' cosi'? Sono il tuo rifugio segreto, la porticina che ti conduce al tuo piccolo nirvana, che ti aiuta a superare il mal di vivere.
Ti sto' dissacrando tutto? L'hai voluto tu! Io t'avevo avvertito di non continuare con la lettura.
 
Ogni intuizione, ogni singolo passo in avanti compiuto dall'uomo da che si e' illuso di non esser più scimmia, e' avvenuto non certo in virtu' del suo pensiero razionale, bensì, grazie al suo frequentare gli "isolotti", non perche' rappresentino una fonte di sapienza, tutt'altro, essi sono il film nel film, l'illusione nell'illusione, servono solo a distogliere il flusso dei pensieri. La fonte di ispirazione, e' il fiume stesso, ogni tuo pensiero "brillante", proviene da li'. Tutte le volte che consciamente o meno, visiti i sogni, qualche goccia del fiume ti bagna ed e' proprio quella, l'informe potenzialita' che ti fornisce le intuizioni, e' il sangue stesso del demiurgo, la sua linfa vitale e tu, rozzo cavernicolo, totalmente incapace di capire quel che ti viene donato, suggi solo la parte piu' infima; prova a pensare per un attimo a cosa accadrebbe se qualche uomo delle caverne, potesse, per alcuni minuti alla volta, sbirciare dentro ad un moderno centro commerciale....cosa credi ne capirebbe??? Quali immagini porterebbe con se'? E soprattutto....quanto sarebbe in grado di utilizzare la visione? Eppure, tutto quel che serve a riprodurre cio' che vedrebbe, l'avrebbe sotto al suo naso, e' materia grezza che esiste da sempre, i sofisticatissimi transistors, non sono altro che silicio! Se ne trova a tonnellate ovunque!
Ma anche l'intuizione più sublime, quella per intenderci, di chi non solo ha intinto il suo dito nell'acqua del fiume, ma addirittura ne ha portato con se' una cucchiaiata....e' poca, pochissima cosa, poiche' e' proprio il trasportarla sulla terraferma che la svilisce, le dona "forma", quella forma che e' così presente e potente nella veglia. Maya, sempre e solo maya, illusione....


Il regno dell'ego:
 
E' giunto il momento in cui non posso sottrarmi dall'affrontare questo spinoso argomento, pena l'incomprensibilita' del gioco di maya o per dirla seguendo i canoni della psicologia occidentale, il regno delle personalita'.
 
Ego e' il nome del demiurgo manifesto, e' la gratificazione, e' il cartello che perennemente indica il falso ordine della materia. Quando l'uomo vuole esplorare gli abissi del mare, deve munirsi di un'attrezzatura che gli consenta di farlo senza perire, ebbene, allo stesso modo, quando l'essere vuole esplorare i bassi regni vibrazionali del manifesto, deve munirsi di ego.
 
La materia stessa e' ego, le cosiddette leggi della natura, sono solo le personalita' della materia, i contenitori che le danno forma, NON sostanza.
 
L'ego e' presente ovunque ed estende il suo influsso su tutto il visibile e su buona parte dell'invisibile, incluso il processo di ricerca introspettiva. La volonta' e' la sua arma migliore, quella piu' potente a sua disposizione, ma non e' l'unica, il desiderio, segue a ruota! Qualunque passo compiuto su istanza di questi stimoli, sara' inevitabilmente un passo curvo, seguito da altri passi identici che porteranno, dopo un giro immenso al punto di partenza.
 
Non a caso ho accennato all'esplorare "i regni" e non "il", infatti, questo piano percettivo, non e' certo l'unico in cui si condensa la nostra attenzione ed il precedente riferimento all'abate faria che scavando un tunnel fini' nella cella accanto ne e' un'immagine piuttosto veritiera, anzi....tristemente veritiera.
 
Spero che tu ti senta frastornato, poiche' se non e' cosi', non sei ancora pronto a comprendere quel che cerco di dirti.


L'eterno gioco del falso divenire:
 
Hai mai pensato a quel che fai? O a quel che fanno tutti, ma proprio tutti gli abitanti di questo pianeta?
 
Provaci! Scoprirai una cosa interessante, per la prima volta ti sentirai un coglione, lo so che stai per ribadire d'esserti sentito molte volte cosi', ma questa sara' la prima in cui finalmente potrai dire: io non solo mi sento un coglione...IO LO SONO.
 
Ti arrabatti da sempre per ottenere il denaro che ti consente di mangiare, viaggiare e fare all'amore, procrei per crescere figli che si daranno da fare per.....rifare le stesse cose. In cosa ti ritieni dunque diverso da un qualunque batterio???
Pensaci! e abbi orrore e pieta' di te.
 
Ovviamente in questo momento stai alzando le barricate di difesa contro le mie asserzioni e tutto indignato stai per dirmi che tu sei il vertice del creato, che apprezzi l'arte, che sai trarre suoni sublimi da uno strumento, che sai amare .....ahah povero illuso, povero piccolo batterio indifeso, gracile cretino che si crede importante. Tu non sei nulla, nulla di nulla, solo la tua presunzione (altra prerogativa dell'ego) ti fa credere d'esser qualcuno.
 
Continuiamo col massacro?
Ogni singolo giorno, ti appare diverso dal precendente e da quello seguente, altra scemata colossale, solo l'apparenza muta, ieri hai assaporato le lasagne ed oggi gli gnocchi, e questo ti fa credere d'aver compiuto un qualcosa che non sia semplicemente...alimentarti???
Ogni stimolo che ti perviene o che tu cerchi e' solo la diversa forma con cui ti si ripresenta l'eterno oggi, infiniti fotogrammi che riprendono la stessa scena, mascherandola di volta in volta per farti credere che non sia stata girata sempre nello stesso studio, dai medesimi attori e regista.
 
Ti chiedi mai il motivo per cui cerchi ossessivamente stimoli nuovi e nuovi appagamenti?  La risposta e' sotto al tuo naso...tu non vuoi ammettere che la tua vita sia del tutto inutile e quindi cerchi di darle un senso; sei un drogato! Ti inebrii di sempre nuove immagini e sensazioni, ti pompi in vena una dose sempre maggiore di stimoli illusorii.
Tu crei i tuoi desiderii e poi crei le premesse per appagarli, sei...il tuo nemico! Perche' mai qualcuno dovrebbe prendersi la briga di schiavizzarti? Sei tu stesso a stringere ben bene le catene! Piccolo pollo che credendo di liberarsi, corre a trovar rifugio in una.....macelleria.




Io e tu:
 
Prima di continuare e' utile che ci presentiamo, infatti credo tu non abbia ben chiaro chi sono io e nemmeno chi sei tu, inizio da me. Suppongo che nella tua testolina bacata si sia formata l'idea che io sia la persona nota come messaggeroalato o sbaglio? Ci ho azzecato, vero?
Stai sbagliando alla grande, lui mi fornisce solo le dita per scrivere quel che ora stai leggendo, ma e' persino piu' scemo di te. Io sono l'essere che in lui vive e che vive anche in te, per questo ti sembrano familiari i concetti che esprimo, in qualche modo, si potrebbe dire che stai leggendo quel che tu stesso avresti dovuto scrivere.
 
Veniamo a te, tu credi di essere una persona completa e razionale, un interlocutore vero insomma, ma anche qui stai sbagliando alla grande, tu sei solo un ego, un essere assolutamente infimo e trascurabile, un'illusione, non sei tu quello che comprende cio' che leggi, la parte senziente di te, sono io e sono dentro non certo alla tua testa, ma molto piu' in profondita', sono la sensazione che percepisci allo stomaco, sono il macigno che ti pesa quando ti si aprono squarci di verita'.
 
Adesso che ci conosciamo, voglio dirti perche' ti ho attirato qui, lungo questa pista di parole che hanno calamitato la tua attenzione e ti hanno fatto scivolare sino a questo che e' un vicolo cieco dove ti aspettavo in agguato. Lo scopo? Semplicissimo, l'ho fatto per ucciderti, la tua ora e' suonata e non dirmi che non lo percepisci, io ho distrutto tutte le tue illusioni ed ora che ti stringo la carotide i tuoi pensieri ronzano come vespe rabbiose in cerca di una via d'uscita, ma non ve ne sono, non hai dove aggrapparti, la tua cosiddetta realta' e' svanita, evaporata per sempre, non hai piu' alcun motivo per continuare ad esistere, non puoi aggrapparti all'idea di essere utile a qualcuno, ne' ai tuoi figli, ne' alla patria, ne' a nulla di "nobile", poiche' ti ho dimostrato che nulla di quel che ritenevi importante esiste! Le tue dita sanguinanti s'aggrappano convulsamente ai brandelli di quella realta' che svanisce come nebbia al sole dinanzi ai tuoi occhi. 
 
Ti stai chiedendo perche' lo faccio, perche' mai io provi tanto odio nei tuoi confronti, quale gioia io tragga dalla tua distruzione, quale sadismo mi anima. Ma anche qui, come al solito, sbagli, nessun pensiero che tu abbia mai creduto di concepire e' reale e quindi anche questo non puo' esserlo, e' solo un' ulteriore deformazione illusoria.
 
Certo e' comodo credere che sia io ad averti distrutto l'esistenza per un atto di malvagita', molto comodo; ti deresponsabilizza!! Ma voglio toglierti anche questa consolazione, se e' vero che io sono il tuo assassino e' altrettanto vero che tu scioccamente sei il mandante.




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Messaggio Da Luciano Mess Mer 26 Giu 2013, 3:52 pm


Quattro chiacchiere:
 
Vedo i tuoi occhi diventare vitrei e finalmente i pensieri cheti, ti stai rassegnando all'idea di...andartene e quindi sei nelle condizioni giuste per capire qualcosa, intanto che ti finisco, ti parlero' della tua vita, della mia e dello scopo di entrambe, sara' un monologo, un atto d'amore in risposta alla tua arroganza durata una vita intera, infatti....hai parlato sempre tu!! Ora parlo io.
Sara' una chiacchierata interessante, anche se probabilmente qualcosa a volte ti sfuggira', la mia intenzione e' quella di spiegarti le ragioni della tua e  della mia esistenza, i fini, le mete prefissate, insomma, avrai tutte quelle risposte che molti dei tuoi simili hanno cercato da sempre mediante sofisticati quanto fumosi ragionamenti e devo ammettere che qualcuno c'e' andato vicino, peccato che alla fine abbia ceduto in vista del traguardo.
 
Come hai finalmente realizzato, io sono il demiurgo, il creatore, quello che nella tua stoltezza chiami Dio, ma non assomiglio molto all'immagine che ti sei fatto di me, non sono onnipotente, ne' sono al vertice assoluto, sono solo un vertice relativo, relativo agli universi che ti e' concesso immaginare ed in parte esplorare. Posso affermare che, sempre relativamente parlando, noi due siamo piu o meno nelle stesse condizioni, entrambi tentiamo mediante l'introspezione di trovare la scintilla che ci anima, per te e' piu facile, poiche' alla fine come vedi mi hai trovato, mentre per me, la strada e' ancora lunga. Ma iniziamo proprio dalla mia ricerca e vedrai che approderemo anche alla tua, in fondo, sono collegate.
All'inizio dei tempi, prima di quell'evento che tu ed i tuoi simili conoscete col nome di big bang, io esistevo ad un livello piuttosto complesso, estremamente rarefatto e sofisticato, ma proprio per questo non avevo coscienza della mia origine o del mio fine, esattamente come te, mi ritenevo un essere completo e quindi non sentivo l'esigenza di indagare nulla, vivevo nella tua stessa illusione!
 
Pian piano, si fece strada in me un pensiero fastidioso che poi sarebbe la versione ingigantita del tuo stesso pensiero, il pensiero di non essere io il tutto, ma solo una parte dello stesso. Per levarmi di dosso questo fastidio, dovetti ricorrere a quella che tu definisci "psicologia" e per farlo, ebbi la necessita' di rendermi manifesto, attraverso molteplici proiezioni di me stesso o se preferisci "personalita' ", solo che a differenza delle tue, le mie sono concrete o almeno lo sono per te che le vedi e le vivi.




Il creato:
 
Con questo termine tu intendi la tua realta' ed io invece, intendo la mia manifestazione ad un livello vibrazionale molto denso, rallentato, una specie di illuminazione stroboscopica, che mi permette di analizzare quello che altrimenti era troppo velocizzato per essere studiato, naturalmente, persino tu, ti rendi conto che mai avrei potuto agire diversamente, infatti nemmeno tu puoi analizzare te stesso senza ricorrere ad una certa frammentazione o selezione, infatti, per quanto minuscolo, sei sempre un essere troppo complesso da esperire in una sola occhiata.
 
Questa non e' ovviamente l'unica ragione che mi ha portato a creare una struttura cosi' complessa, l'altro motivo non meno importante, e' stata la necessita' di creare una specie di "demoltiplica", un qualche attenuatore tra la mia potenza creatrice ed il suo prodotto, ed anche in questo caso e' presto detto il motivo che mi ha spinto a farlo, e' stata la necessita' di non "bruciare" quel che avevo appena creato. Immagina per un momento uno scienziato che intenda analizzare se' stesso, la prima cosa che fara', sara' lo stabilire un piano di ricerca (il mio l'ho inserito in ogni organismo), la seconda consistera' nel munirsi degli strumenti adatti, risulta abbastanza ovvio che piu' scendera' nei singoli particolari e maggior profusione di strumenti dovra' usare, sino ad arrivare a livello poco piu' che atomico, ove anche lui dovra' per forza di cose ricorrere a delle "demoltipliche", non essendo abbastanza preciso il suo movimento diretto, vista la scala relativa.
Durante le sue osservazioni al microscopio, dovra' stare ben attento ad usare una luce fredda e di poca intensita', pena la distruzione dell'indagato, mediante il mezzo indagatore.  
 
Ora inizi finalmente a capire la mia struttura? come potrei alimentarti direttamente senza bruciarti all'istante? Prima sono ricorso al trucchetto di diventare denso rallentando la mia vibrazione, poi ho stabilito come irradiarla con la mia forza vitale per via indiretta attraverso le stelle, anche il tuo sole serve a questo, a fornire alimento alla vita senza distruggerla.
 
Infine, esattamente come un qualunque scienziato usa microfoni e microtelecamere a mo' di avatar, io ho usato te.




La scoperta:
 
Lo sai come ho intuito di non essere io il tutto? Piu o meno come e' successo a te, potevo pensare qualunque cosa e questa istantaneamente prendeva vita, ma non riuscivo a comprendere come questo accadesse. Tu sei in grado di pensare qualunque cosa e per realizzarla hai bisogno di trasformare la mia materia, non e' forse questa facolta' che e' anche il tuo limite ad averti stuzzicato? Un certo senso di onnipotenza, legato indissolubilmente ad una fastidiosa sensazione che qualcosa ti manca e ti sfugge?
Questa scoperta, che all'inizio e' solo a livello di sensazione e di sub percezione, ha scatenato il malessere che ti ha portato a cercarmi, come lo ha scatenato in me.
 
Ma ritengo che questa parte tu l'abbia gia ben compresa anche da solo e non valga quindi la pena dilungarcisi.



Il cibo:
 
Questo e' un argomento che  merita una certa attenzione, poiche', ne sono certo, non l'hai mai affrontato e quindi tantomeno capito.
Apparentemente e' una cosa inutile, infatti avrei potuto benissimo crearti senza tale fastidioso bisogno, ebbene, anche qui e' stata una necessita' legata al mio desiderio di indagarmi. Quale miglior sprone della fame per metterti in moto?


Ma non solo, cibandoti di vita ad un grado meno complesso del tuo, contribuisci a raffinarla ed elevarla, piu' o meno come un filo d'erba, trasforma i minerali in elementi organici.
Il processo e' semplice ed efficace, una catena ineludibile di trasformazione, una fabbrica di cui tu sei uno degli operai.
Anch'io ovviamente mi alimento, io mangio quelli come te, tu sei il mio cibo.
 
Ti vedo confuso e non posso darti torto, evidentemente non ricordi quel che ti dissi pochi capitoli fa, ovvero che io mi sto' psicanalizzando, sto viaggiando dentro me' stesso e mi alimento delle risposte che ottengo tramite i miei avatar, quelli come te appunto.
 
La cosa ad un'osservazione distratta, appare come un processo meccanico e noiosamente inutile, almeno ai fini della conoscenza, non sforzare le tue limitate meningi, te lo dico io come funziona: quando mangi, poniamo una mela, non puoi assrbirla in toto ed amen, non si evolverebbe nulla, il tuo stomaco la scompone ed una una parte per "aggiornare" il tuo corpo, anche se tu useresti probabilmente il termine "sfamare" e via via che il resto transita nell'intestino, ne suggi ogni altra cosa utile, inclusa soprattutto il contenuto quintessenziale, che potremmo paragonare all'esperienza maturata dalla mela nel corso della sua esistenza che e' poi quella che ti arricchisce. ovviamente una parte deve essere eliminata, ed e' la parte che a te non sarebbe in alcun modo utile perche' si trova a livello troppo basso e quindi viene espulsa attraverso le feci. Le feci nutrono creature ancora piu' basse ed alla fine vengono assorbite dai vegetali, quindi nulla viene sprecato.
Tu...sei la mia mela e quello che ora sto' uccidendo....e' la parte fecale, quella che non mi serve affatto.



La morte e la dissoluzione:
 
Ti starai sicuramente chiedendo il perche' io perda il mio tempo a spiegare queste cose proprio a te che stai morendo e quindi non ne vedi l'utilita'.
Posso capirti, infatti hai le idee alquanto confuse al riguardo della morte e quindi e' opportuno che te ne parli.
 

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Messaggio Da Luciano Mess Mer 26 Giu 2013, 3:57 pm


Per morte, quelli come te, intendono la fine di tutto, l'oblio assoluto; nulla di piu errato, un organismo, quale che sia, quando muore, smette semplicemente di essere diretto in modo macroscopico ma continua a funzionare benissimo in modo microscopico: nel tuo caso, ad esempio, la parte che muore e' soltanto quella che dirigeva o meglio, si illudeva di dirigere il tuo corpo ed i tuoi pensieri, tra qualche anno, anche la parte fisica morra', ma anche in quel caso, sara' solo il mio desiderio di utilizzare ancora quel particolare corpo a venire meno.
 
Continui a non capire eh?
Immagina per un momento che per vita si intenda un mezzo di locomozione, mi segui? La forma piu' elementare (organismi unicellulari) la chiameremo "piedi", quella leggermente piu' strutturata (lombrichi ad esempio), chiamiamola "bicicletta" e cosi' via, sino ad arrivare a te, che potremmo definirti un'astronave. Come avrai notato, lo scopo e' sempre e solo il movimento, quel che cambia e' la velocita', la comodita', la capienza ed il raggio d'azione. Quando desidero andare piano, uso i piedi e quando voglio andare veloce, attraverso te, uso l'astronave, infine, quando smetto di usare uno qualunque dei mezzi di locomozione che ti ho elencato, lo spengo, come fai tu con la tua automobile e chi osserva dall'esterno, crede che l'automobile sia "morta", ma entrambi ben sappiamo che non e' cosi', e' solo in attesa di essere riavviata.
 
Facciamo ancora un passettino avanti sull'arduo sentiero della comprensione: io sono uno che sfrutta a dovere ogni mezzo di locomozione, quindi, quando smetto di usarlo, non mi limito a parcheggiarlo, ma lo porto dallo sfasciacarrozze, ritenendo piu utile acquistarne uno nuovo quando riavro' desiderio di muovermi. La ragione di tale comportamento e' semplicissima, e' piu' economico acquistare un mezzo nuovo, piuttosto che sostituire tute le parti usurate di quello vecchio, il che ovviamente non significa affatto che esso sia totalmente inutile, infatti viene in parte riutilizzato come pezzi di ricambio (organi) per modelli simili ed il resto viene semplicemente fuso nei metalli originarii per ricavarne qualcosa d'altro.
 
Lo sapevi che un cadavere se visto al microscopio e' piu vivo di prima? Pullula di batteri e microorganismi di ogni genere ed alla fine ogni sua parte trova un nuovo uso.
 
Spero tu abbia capito, per quanto io ti ritenga un tontolone, che la morte e' un fatto "tecnico" e che il significato che le dai e' semplicemente ridicolo!
La dissoluzione invece e' il termine piu' appropriato per definire l'evento, infatti, la tua "personalita' " e' l'unica cosa che viene dissolta, essendo del tutto inutile, tranne alcune sue parti ancora utili che comunque vengono riassorbite in me e sono le parti che hanno iniziato a capire e ad agire armonicamente con il mio stesso agire, quelle parti insomma che in questo momento stranno capendo quel che dico.
 
Tornando al nostro mezzo di locomozione....una volta rottamato, si perde il "modello", la forma/idea legata alla marca ed appunto al modello, ma e' per l'appunto una "forma", la sostanza rimane inalterata.


L'avatar:
 
Eh si, stiamo proprio parlando di te, infatti il mio avatar sei proprio tu, questo l'avevo già detto prima, ma le tue orecchie da mercante, mi costringono a spiegartelo meglio.
Quel che non ti entra nella zucca e' l'idea di essere un semplice simulacro, convinto come sei di avere il libero arbitrio e la capacita' di analizzare tutto e tutto comprendere; la tua comprensione, mio stolto succedaneo e' limitata al mondo sensibile, il resto....ti e' irraggiungibile e lo sai perche'? Perche' ti ostini a voler misurare tutto con il metro della tua logica, che e' un metro creato esclusivamente per permetterti di servirmi. Senti dentro di te, la verita' delle mie asserzioni, eppure, sotto, sotto, vorresti una qualche dimostrazione "pratica" e ti capisco sai....in fondo, essendo legato alla materia, sei convinto che tutto si limiti ad essa.
Prova per un momento a considerare la posizione di un computer, tutta la sua parte hardware, i suoi componenti tangibili e' misurabilissima col tuo metro, ma...il software? Quello non lo misuri di certo, eppure, per quanto intangibile, e' lui il vero artefice delle performances che il computer puo' ostentare. Tu funzioni allo stesso modo, confondi un programma con un transistor.
Sei un semplice contenitore e la prova provata di quanto vado affermando, la trovi in te stesso, posto che tu ti degni di dedicare qualche minuto del tuo "prezioso" tempo alla ricerca di qualcosa che non sia la soddisfazione di qualche tuo insulso desiderio. Tempo addietro, in un altro contesto, ti parlai della soffitta polverosa, riferendomi ovviamente alla tua testolina che immagazzina continuamente ricordi "forti" e da te ritenuti importanti e formativi; in quell'occasione ti invitai a vuotarla, paragonando il suo contenuto alla zavorra che ti impedisce di volare, ebbene, sei talmente sciocco che appena iniziasti a buttare le cose piu' vecchie e piu' palesemente inutili, mi chiedesti cosa mai avresti dovuto metterci per riempire lo spazio creatosi. Vedi che ho ragione io? Sei solo un contenitore, una scatola che non concepisce l'idea di rimanere vuota, sebbene il vuoto sia la condizione ideale per ricongiungerti a me.
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Messaggio Da Luciano Mess Mer 26 Giu 2013, 4:04 pm


Nel corso del tempo, alcuni mistici tentarono invano di creare e mantenere tale vuoto e la loro sconfitta non fu dovuta a mancanza di volonta', bensi' a mancanza di comprensione, essi infatti, rinunciarono con SACRIFICIO alla parte fisica del desiderio, non comprendendo che e' la parte emotiva a dover essere abbandonata, pena una semplice e castrante frustrazione, nella quale nulla puo' svilupparsi.




I messaggeri:
 
Molte volte, nel corso della storia, questi individui, vennero mandati a portare la comprensione in questa dimensione, tale decisione, lungi dall'essere motivata da una qualche forma di buonismo, fu presa allo scopo di elevare la "vibrazione" globale dell'umanita', di raffinarla insomma e questo e' un atto che si rende necessario ogni qualvolta una determinata indagine e' conclusa. Si, lo so che tu mi ritieni pazzo e che esprimo concetti strambi, ma il vero matto...sei tu che non vedi la punta del tuo naso, figuriamoci gettare un'occhiata qualche millimetro più in la'.
 
Per farti capire questo passo, devo ricorrere come al solito ad un esempio:
I cercatori di diamanti delle miniere a cielo aperto, scavano la terra a strati (livelli vibrazionali) ed ogni volta che tutti i cercatori hanno scandagliato un livello, devono scavare ancora e portarsi ad un livello piu' profondo, poi analizzano completamente anche quello ed avanti cosi'. Persino tu, dovresti essere in grado di capire, che ogni volta che uno strato ha dato quanto poteva, la "ricchezza" globale del gruppo di ricerca aumenta e grazie a questa nuova ricchezza, puo' acquistare nuovi mezzi per scavare piu' in profondita'.
 
I messaggeri, sono coloro che avendo appurato l'inutilita' di continuare su uno strato esaurito, spronano il gruppo a scavare ancora, capisci adesso?
 
L'umanita' naturalmente, essendo composta da zucconi come te,  non comprese mai i loro messaggi e si convinse di avere a che fare con esseri "divini" ed irraggiungibili, non quindi portatori di verita' universali, ma oggetti di venerazione.
Quante immagini "sacre" di tali esseri ci sono in circolazione? Milioni?, Miliardi?
E' a dir poco sconfortante vedere quanto vi siete accaniti a venerare la busta, dimenticandovi di leggere la lettera.
Eppure vi e' stata servita su un piatto d'argento, bastava un minimo di attenzione.
 
Uno tra i piu' noti, e' stato indubbiamente un tal Gauthama (busta), inviato in veste di Buddha (lettera), ma, egli pecco' di ottimismo, essendo partito dal presupposto di avere a che fare con persone intelligenti ed attente e quindi si espresse in modo diretto e chiaro, non considerando affatto la strana predilezione che dimostrate per le cose nebulose e confuse, ed infatti....i suoi messaggi limpidissimi, li avete fraintesi e distorti, non accettandoli ma...INTERPRETANDOLI !! Ma che mai c'era da interpretare?? Se io ti urlassi : Scappa che c'e' un incendio! Tu non scapperesti affatto, anzi, ti chiederesti di quale incendio io parli, se la combustione e' dovuta ad un evento accidentale o doloso, quanto gradi puo' sviluppare e vorresti misurare l'altezza delle fiamme e....alla fine rimarrebbe di te, solo un cadavere annerito, e' l'interpretazione che ti frega, come al solito!




La reincarnazione:
 
Tocco brevemente questo tasto, poiche' so bene che e' la tua ancora di salvezza, ti aggrappi disperatamente a questa folle idea per conquistare l'immortalita'. Lungi da me il negarne l'esistenza, ma a differenza di quel che credi tu, essa e'una punizione piu' che un premio e segue leggi elementari ed ineludibili.
Ogni volta che "muori", una parte di te, intesa come coscienza di se', continua ad esistere tranquillamente essendo immortale di suo, ahime' ad essa si legano alcune parti della tua bassa personalita' e, come avrai gia' intuito, sono solo i tuoi desiderii inappagati (il desiderio di non perdere l'identita', i piaceri materiali,quelli intellettuali e cosi' via), e' la tua "soffitta polverosa" a rimanere caparbiamente legata all'essere ed a costringerlo ad un'infinita serie di esperienze su questo piano di basso valore. Alcune volte, capita che qualche ricordo riaffiori e questo ti conforta, povero stolto...a meno che non sia un ricordo legato ad una vita "funzionale", esso e' solo un prodotto di scarto, una scoria passata di me, come lo sei tu ora.
Come vedi...sto' coscientemente e deliberatamente massacrando ogni tua illusoria "certezza" e questo, anche se non sei in grado di capirlo e' un atto d'amore. Se ti lasciassi  libero di credere alle tue "verità'", il percorso s'allungherebbe moltissimo e di conserva, le sofferenze ad esso legate.
Il bozzolo in cui vivi e' etereo, solo la tua follia gli dona concretezza; il parco giochi in cui vivi e' solo un riflesso, uno dei tanti che non io ma TU hai creato.




La domanda cruciale:
 
Dov'ero io mentre tu soffrivi o gioivi? Perche' non mi sono mai fatto vivo? Come vedi leggo dentro di te con la stessa semplicita' con cui potrei leggere un quotidiano, tanto sei scontato e prevedibile.
 
Queste domande inespresse, che poi si riducono ad una sola che a sua volta e' piu' un'accusa che una domanda vera e propria, non meriterebbe alcuna attenzione da parte mia per quanto e' maliziosa  ed insana, ma mi sono ripromesso d'essere chiaro al di la' di ogni possibile interpretazione, proprio per evitarti alcuna via di scampo e quindi ti parlero' anche di questo nostro strano ed almeno da parte tua, inconsapevole sodalizio.
 
Io sono stato, sono e saro' sempre consapevole di tutti i "tu" che di volta in volta ho incarnato, incarno ed incarnero', quindi il cieco sei solo tu, eppure, alle volte sei stato ad un soffio dallo scoprirmi, naturalmente non ricordi affatto quei momenti o meglio, li ricordi ma non li associ alla mia presenza manifesta.
 
Usando la tua risibile logica, magari potresti credere d'essere stato al mio cospetto nei momenti piu' pregnanti ed intensi della tua vita, quando ti sei innamorato o quando hai avuto un figlio o in mille occasioni simili, nelle quali hai posto sugli altari il tuo pattume emozionale credendo di assistere a fatti di ineguagliabile bellezza e suprema intensita' spirituale...beh...credilo pure se ti fa piacere adorare il letame.
 
La verita' e' infinitamente più semplice e molto ma molto meno vistosa, cerca nei tuoi ricordi e vi troverai qualche calda serata estiva in cui, dopo aver cenato  senza rimpinzarti come un maiale, sei uscito da solo nella tiepida brezza del tramonto e mentre il cielo si stava timidamente trapuntando di stelle, non avevi alcun desiderio, eri perfettamente appagato e la mente girava pigramente in folle, ebbene, in quei momenti eravamo uno anche se non ne eri conscio. Stavi compiendo l'operazione sciamanica nota come "fermare il mondo", l'assenza d'ogni desiderio e la quiete mentale, infatti, sono le premesse per uscire dall'illusione dei sensi, se avessi girato il capo di scatto, sarebbe successa una cosa per te inconcepibile...la realta' o quella che tu ritieni tale, si sarebbe sfaldata, lasciandoti intravvedere l'inganno di cui ti circondi.




Postfazione:
 
Avrei potuto scrivere migliaia di pagine, allargare ogni singolo concetto espresso, rendendotelo talmente cristallino da poter essere compreso anche da un'ameba, ma sarebbe stato inutile, senza un minimo di sforzo da parte tua, ne sarebbe risultato solo un romanzetto leggero per casalinghe frustrate; il mio intendimento invece era ed e' la tua crescita e la tua evasione e sono abbastanza presuntuoso da credere d'averti fornito i mezzi per riuscirci. D'altronde gia' si trovano sparsi nel bosco alcuni articoli che sono di importanza vitale per chi ricerca la luce con onesta' e senza secondi fini, ovviamente non te li indico, convinto come sono, che il trovarli da te, fa parte del tuo lavoro interiore. Quest'ultimo articolo, in forma di trattatello ne e' solo una chiave di lettura o un compendio e volutamente l'ho messo in una sezione non troppo visibile, infatti, in breve tempo verra' ingoiato dai posts piu recenti e sara' dimenticato, la sua esistenza potra' essere scoperta solo da coloro che senza avere la fretta del somaro che legge solo gli ultimi 2 o 3 posts convinto di tutto comprendere, avranno la pazienza e la perseveranza di addentrarsi nei meandri del bosco e di conseguenza nei meandri del proprio se'.


 
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