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libertà

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Messaggio Da Luciano Mess Lun 27 Mag 2013, 8:18 pm

La società "civile", che bella invenzione e chi non sacrificherebbe i testicoli per difenderla? E' una certezza di quiete e benessere per noi ed una speranza per i nostri figli...sì, davvero una bellissima invenzione, quasi quanto le religioni, delle quali, perlaltro, è complice.
Per una volta nella vita, vi inviterei a giocare con i pensieri di un pazzo, provando a farli vostri; è un gioco, badate bene, dunque non rischiate nulla...forse o forse c'è il rischio che lascino un tarlo nelle vostre monolitiche menti e che quel tarlo, scavi una galleria che vi porti all'aperto, al luogo dove regna la libertà. Beh, temo che il rischio sia davvero minimo, quindi, leggete pure e giocate con gioia con i miei pensieri.


L'uomo:
Circa lo 0,000001 per mille degli abitanti di questa palla di muffa, almeno una volta nella vita si è chiesto chi è o cosa sia  l'uomo, intendendo ciò che è oltre l'apparenza evidente a  tutti di un bipede fastidioso. Molti di loro, dopo un breve imbarazzo, sono tornati a nascondersi sotto le gonne della religione, soddisfatti di credere che l'uomo è solo una caccola caduta a Dio, altri hanno deciso che proprio non lo si potrà mai sapere in virtù di fumosi quanto rassicuranti limiti che la mente  avrebbe e, di certo, la loro, ha davvero. Una risibile minoranza, refrattaria ad ogni costrizione, condizionamento, regola e retropensiero, tra  cui il sottoscritto, ha optato per lo sfruttamento intensivo, spietato, amorale e spregiudicato delle proprie funzioni logiche, comunemente note come "intelligenza". Il frutto di questo procedere, è una specie di pompa di Erone del pensiero, un inerpicarsi, gradino dopo gradino sino al vertice delle umane possibilità. Non che questo vertice sia stato ancora raggiunto ed esplorato, ma di sicuro è stato intuito e nulla potrà impedirne, un giorno, la completa conquista. Questo è, in ogni caso, ciò che fa sì di meritarsi l'appellativo di "uomo", rimanendo gli altri, ancora in fase di crisalidi: vermi che strisciano nelle paludi dell'ignoranza e del timore, sordi ad ogni richiamo incessantemente emesso da coloro che hanno deciso di diventare finalmente farfalla.
Se qualche sciocco si imbattesse in queste righe, le troverebbe intrise di arroganza e disprezzo; poco male, non è a costoro che sono dirette. Ciò che muove le mie dita è solo l'amore per coloro cui è ancora negato assaporare la fragranza della libertà. Se così non fosse, a quest'ora mi troverei al bar a sorseggire qualche bibita corroborante, invece di scrivere. La conspevolezza di risvegliare dal sonno almeno qualcuno, invece, mi incita a continuare, così come hanno fatto i miei fratelli in passato e così come lo faranno in futuro.

Il volgo:
Ecco, qui si nasconde la stragrande maggioranza dell'umanità: individui che hanno prostituito la loro libertà per un piatto di lenticchie. Esseri acefali che si svegliano all'ora in cui è "corretto" svegliarsi, si recano a svolgere un lavoro, mettono sù casa, si accoppiano, procreano e crepano senza aver mai vissuto un solo minuto. Tranne che per qualche artificio tecnologico in più ed una peggiore organizzazione sociale, le città degli uomini, sono indistinguibili dai comuni termitai ed hanno più o meno il loro stesso valore. La cosa più orribile è l'assenza totale di consapevolezza; in questa fase, infatti, l'uomo/massa è a malapena in grado di pulirsi il sedere da solo ed ha una visione del mondo fumosamente divisa in "noi" e "loro", intendendo con quel "loro", i carnefici senza volto, i padroni delle fabbriche, il capitale asettico, i politici e, per estensione, qualunque potere che dimostrabilmente sia più forte del singolo o della massa tutta. Non c'è pensiero in atto, solo, in quelli che erroneamente si ritengono più evoluti, una ridda di pacchetti di pensiero altrui, sapientemente instillati e spacciati per pensiero proprio.


L'inclita:
Apparentemente, questi sono i burattinai che gestiscono la massa ed un osservatore distratto, vi direbbe che è proprio così, essi dispongono infatti del potere: potere legislativo, militare, mediatico; insomma, potendo decidere dei destini dell'umanità, sono degli dei a tutti gli effetti, almeno nel comportmento, tant'è, che come ogni pantheon che si rispetti, è oggetto di desiderio, invidia ed assalto da parte di chi vorrebbe e a volte ci riesce pure, parteciparvi da protagonista. Disgraziatamente il loro è un ben misero potere, così come lo è ogni potere che si eserciti con la coercizione invece che con il consenso. Gli strumenti di questi burattinai da strapazzo, con il tempo si sono naturalmnente raffinati, passando dalle torture fisiche del medioevo a quelle psicologiche dei giorni nostri. I moderni pifferai, incantano le folle con promesse di beni fisici perlopiù inutili, con visioni di sicurezza personale, tranquillità economica e libertà pollitica, in cambio, naturalmente nell' interesse collettivo, di ogni forma di libertò, soprattutto quella di pensiero. Luomo/massa viene trattato come un bambino deficiente, cui sono necessarie diecimila regole per vivere e persino fuori dalla società e dalle leggi, nell'intimità più assoluta, non è libero di sgrullarsi l'uccello come preferisce, perchè intervengono altre regole, altre leggi: morali, religiose, di buon gusto. Parva musca...quanto sei caduto in basso, anzi, quanto hai deciso di rimanere in basso e di non alzare mai lo sguardo al di sopra della tua microscopica statura. Povero uomo di potere, prigioniero dei propri schiavi quanto loro sono prigionieri tuoi. Un reciproco, osceno, abbraccio di perdizione destinato ad accompagnarvi sino alla tomba.

Causa-effetto:
In questo piano esistenziale, tutto è duale e risponde inesorabilmente alla legge di causa-effetto, si tratti di cose inerenti la materia o il pensiero, nulla sfugge a questa semplicissima legge, forse la più giusta in assoluto.  La libertà, non poteva pertanto fare eccezione. Un pensiero piuttosto grossolano, vorrebbe che la libertà sia una condizione da conquistare, uno status di cui appropriarsi, possibilmente con la violenza e poi, una volta conquistata, difenderla con i denti sino alla fine della vita. Cazzo, questa sì che è una visione eroica!
Dalla rivoluzione francese in poi, questo modo di pensare si è diffuso più velocemente della malaria, tant'è che oggi, a poco più di due secoli di distanza, è assurto a paradigma su tutto il globo. Non che la cosa desti poi tanta meraviglia, anzi, considerando che la massa fa di tutto per conservare il proprio cervello in condizioni pari al nuovo...è già una conquista rimarchevole.
Certo che...un qualcosa che si deve faticosamente conquistare e si rischia ad ogni sospiro poi di perdere, difficilmente può esere definita "libertà": non pare anche a voi?  La libertà dovrebbe esseere una, dunque slegata alla legge di cui parlavo prima e, per esserlo, non deve avere nulla a che fare con l'idea di possesso, poichè possedere è inevitabilmente  un atto volitivo e rappresenta una condizione transitoria, quindi, è la negazione più assoluta del concetto stesso di libertà; a dirla sino in fondo, la libertà dovrebbe essere un contenitore più che un contenuto, anzi: un contenitore del tutto vuoto. La libertà inizia a fare capolino là dove tutto il resto inizia a svanire. Ricalibrando il ragionamento su questo nuovo assunto, diventa drammaticamente evidente che la libertà non può essere conquistata nè può venire regalata e nemmeno esercitata, perchè, essendo un non-oggetto,  nemmeno inteso come oggeto o soggetto di un'idea, sfugge ad ogni regola, incasellamento, descrizione. Così come avviene per l'Amore o per la vita, non si può descrivere se non in modo indiretto, tracciando con pennellate leggere i suoi tratti, attraverso l'elencazione di tutto ciò che non è.
La conseguenza di questo ragionamento, è che nessuna società è libera e, peggio ancora, nessun individuo lo è singolarmente, inclusi i cosiddetti liberi pensatori, prigionieri a loro volta di un'idea, la cui esistenza....li lega mani e piedi.
Il paradosso è che non si può parlare di libertà se non se ne è privi, è quindi una trattazione da prigionieri quella che sto facendo; scritta da un prigioniero ad altri prigionieri. Non è, come si potrebbe pensare un'incitazione alla rivolta armata, non potrebbe fregarmene di meno  di quale ordinamento sia in vigore o di quale potrebbe sostituirlo. Non ne abbraccio nessuno, non ne riconosco il valore o l'utilità per la mia persona o per chiunque altro che ami considerarsi individuo. La prigionia esteriore, è solo il riflesso di quella interiore nella quale langue l'umanità. Le idee politiche, sociali o religiose, non porteranno mai la libertà, al massimo, ci si illuderà d'averla raggiunta, senza rendersi conto di aver solo cambiato gabbietta, come canarini venduti alla fiera.
La parte più divertente di tutto questo, è il sentirsi accusare dai più fanatici sostenitori dell'ordine costituito di essere nemici dello stato, anzi, dell'umanità: persone indegne di vivere, non rendendosi conto, questi poveretti, di ragliare alla luna. Amano talmente tanto le loro fittissime sbarre, da auspicare, pur senza che nessuno lo chieda loro, di raddoppiarle in quantità e spessore pur di difendersi da...boh: dall'intelletto, forse?
Certo che è strano: chi pensa alla libertà AUSPICA che anche gli altri la intravvedano,  mentre chi di libertà si riempie solo la bocca, PRETENDE di zittire tutti gli altri e, nonostante questo evidente paradosso, la massa considera liberticidi i primi e liberatori i secondi.

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Messaggio Da Luciano Mess Mer 10 Lug 2013, 8:42 pm

L'assurdo dialogo
Non so perchè, ma ho la sensazione di uno scuoter di teste.... Siete convinti che io dica cazzate e che voi siete liberi come fringuelli? Eccomenò, immagino che questa consolante idea sia da imputarsi al fatto che riuscite a comprendere ciò che scrivo, ossia dimostrate di saper leggere; bravi. Allora, scambiamo i ruoli per un attimo: spostate il deretano che sul divano mi ci accomodo io e faccio valere la mia laurea in avvocaura diabolica... dunque, mio caro Mess, il mio cliente, sua eccellenza Pinco Pallo, afferma con assoluta convinzione, di essere libero, libero come l'aria; egli non ha moglie, lavoro, cittadinanza, automobile, figli da mantenere, animali da compagnia da accudire. Non ha un padrone da servire nè una patria da difendere, egli è, nientepopodimenochè uno zingaro, un ribelle assoluto, un pancabestia raramente avvezzo a trascorrere due giorni di seguito nello stesso luogo. Allora? Hai visto quant'è libero il mio cliente? Hai forse l'ardire di affermare d'essere più libero tu che possiedi una casa, della prole, un auto ed altre mille cazzate che ti incatenano con le loro pretese?
Quel che affermi è tutto vero, caro avvocato dei miei stivali (ebbene si, possiedo anche degli stivali) ed in effetti, all'apparenza, il tuo barbone è infinitamente più libero di me ma c'è una cosa che egli possiede e che lo fotte alla grande: la personalità. Se gli chiedi di raccontarti la sua storia, te ne propinerà probabilmente una strappalacrime e non importa che sia vera od inventata, importa che lui la creda essere la sua storia personale. Per quanti sforzi faccia o, più correttamente, si illuda di fare, non potrà mai cancellarla e, quel che è peggio, non potrà evitare di sentirsela addosso come una seconda pelle; egli considera ogni ricordo come una cosa preziosa da conservare quale antidoto alla durezza della vita. Per quanto povero sia, è ancora in grado di provare umiliazione, il che dimostra che è ancorato ad un'idea di sè rigida. E' prigioniero di se stesso ed è una prigione dalla quale è arduo assai evadere. Tu guardi ai miei possedimenti e li chiami catene: vero, lo sono ma sono catene che si spezzano con un soffio, perchè sono catene esterne. Che ci vuole a buttare tutto alle ortiche?

La difesa ad oltranza

Ogni descrizione di sè, ha la triste prerogativa di dover essere difesa: difesa dall'oblìo del tempo che passa, dagli attacchi verbali di chi la vorrebbe mettere in discussione e dal timore di perderla, rimanendo senza un'identità che faccia da tramite tra il mondo e chi lo percepisce: un filtro che inevitabimente, proteggendo, distorce.
Come è possibile definirsi liberi e nel contempo difensori di sè?
Chi è libero non deve difendersi da nulla perchè non esiste nulla che desideri o possa attaccare il....nulla. Non c'è identità da puntellare, non c'è filtro nè memoria.La tabula rasa si riforma all'istante: ogni pensiero è originale ed il solco che traccia viene immediatamente riempito, sicchè quel pensiero è un treno che corre su binari presenti solo sotto di sè, non dietro o davanti a sè. E' un pensiero assolutamente unico, è Dio, è totipotenza che dilaga ovunque la sua volontà lo inviti ad andare; quel pensiero è l'unico pensiero esistente e viaggia da sempre a sempre. Anche tu sei quel pensiero, anche se non ne hai ancora consapevolezza. La tua limitatezza è legata solo ed esclusivamente ai tuoi continui tentativi di fermarlo, di limitarlo temporalmente e spazialmente, con ciò ottenendo soltanto di dimenticarti di essere quell'unicum: sei un'enciclopedia intera e fai di tutto per rimanere aperto sempre sulla stessa pagina.
Sei ancoraconvinto di essere libero?

La strada

Una volta capito, ma capito davvero, di non essere libero, puoi iniziare a fare qualcosa per diventarlo, anzi, a dire il vero non si può fare nulla per conquistare la libertò, però si può far molto per perdere la schiavitù. Io lo definisco spogliarsi: un pezzettino alla volta, magari iniziando da un calzino per poi, forse molti anni dopo, levare anche l'altro, aspettando i giorno in cui si potrà correre nudi, limitati solo dalla quantità di gioia che si saprà esprimere.
Ogni retropensiero, ogni identificazione, ogni credo in qualcuno o qualcosa, sono quel puzzolente calzino. Via tutto, piano piano ma inesorabilmente, via tutto.
Luciano Mess
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Messaggio Da Michele Gio 11 Lug 2013, 4:01 pm


La mia reazione allo scritto di sopra si è divisa mentre leggevo in due tempi .Una prima parte in cui ho cominciato a pensare che c'era molto pessimismo in quello che veniva detto ed una seconda parte in cui invece ho notato nasce del pacato ottimismo,il trovare o ritrovare una via che non è però quella cercata prima che ne è forse la negazione ma che se non rappresenta la salvazione porta ad un momento in cui l'ansietà di essere si dovrebbe trasformare nel piacere non di  essere ma di esistere.
E' ovvio che per esigenze di copione credo sia stata enfatizzata  la fase iniziale  questo perché dopo quando si entra nell'ottimismo la scena di tirare fuori il coniglio dal cappello fosse una immagine confortante.Anzi in verità  il coniglio ancora non c'è ma è la promessa che conta.
Ma mi chiedo.Questa spinta di migliorare di trovare una soluzione al morso e alla greppia,di scoprire quello che possiamo eliminare dei nostri pensieri o far zittire il nostro cervello non è già una specie di spinta della natura che ci chiede  di andare oltre sempre di ciò che siamo e per questo  quello che facciamo alla fine  è sempre un seguire  un programma,un procedimento,un proseguire una strada segnata in cui la parola libertà non ci sarà mai?

 

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Messaggio Da Ospite Gio 11 Lug 2013, 8:29 pm

Leggo e rileggo i tuoi scritti, Luciano, e, senza nessuno scuoter di testa per quel che mi riguarda, ogni volta provo a invertire l'orientamento di lettura per cercare di cogliere i contenuti meno in risalto rispetto ad altri.
La prima consapevolezza che mi hai regalato è l'aver compreso che tu viaggi ad altezze vertiginose, che ti sei conquistato strada facendo liberandoti da molte zavorre di cui, presumo, non sempre è stato facile tagliare le corde. Volerti emulare, per chi non ha i "paracolpi" dell'intelligenza libera che non ha bisogni e necessità, porta a fallire come il passero al suo primo tentativo di volo. La prima cosa che ritengo importantissima, quindi, è capire quante volte si fallisce prima di riuscire a sollevarsi da terra, sempreché si sia deciso di voler provare l'ebbrezza di non avere altro che ali per tutta la durata del viaggio.
Perchè se non matura questa scelta, altro orientamento da cui ho cercato di entrare nelle tue parole, qualunque tentativo di assaporare la libertà risulterà vano, forse perchè, a monte, quando sono state fatte delle scelte, si è messo in conto che si stava entrando in gabbia salutando definitivamente la libertà personale senza sapere cosa esattamente avrebbe comportato tale rinuncia.
Nelle gabbie diventa naturale munirsi di personalità, anzi, se ne sente un prepotente bisogno perchè c'è da confrontarsi quotidianamente con tutti gli altri prigionieri con cui si condivide la stessa sorte e anche se si prova ad arrampicarsi sulle sbarre e saltare sulla testa degli altri Desaparecidos, sempre lì nello stesso spazio angusto si è, e non sopportando la sofferenza della costrizione comune in cui si vive, scattano i peggiori istinti che abitano l'anima delle persone.
Forse prima di provare a volare verso la libertà c'è da fare una profondissima, sincera, scandagliata quanto impietosa analisi del proprio operato verso gli altri e verso noi stessi, fatto questo sarà facile perdonare le mancanze degli altri perchè avremo preso coscienza delle nostre, e capiterà di sentirci liberi dalla prima zavorra che ci tiene ancorati ai cliché dello girare in tondo.
Scendendo nel papale papale del mio intervento, intendo che sto provando a mettere in atto quanto tu ci dai per trovare le coordinate di volo, Luciano, e non sai quante volte mi sono trovata col di dietro per terra mancando delle più elementari nozioni di equilibratura (devo ancora tararli sui tuoi parametri), però non demordo, e di volo in volo, di caduta in caduta, vado a conquistare l'essenziale.
Però, Luciano, te che voli alto, qualche volta potresti pure essere pronto a prendermi al volo mentre mi catapulto di sotto! Che amico, tzé! libertà 001008

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Messaggio Da max1963 Mer 17 Lug 2013, 2:03 pm

Innanzitutto approfitto per salutarvi dal paesedel cioccolato dove vige l obbligo divertirsi liberi di sfogarsi di ogni e qualsiasi produzione cioccolatiera :-)
P
Tutto perfarvenire l acquolina a mesi.Io so solo e mi rendo conto di non essere per niente libero . E non dico dai miei impegni quotidiani, figli moglie lavoro casa..... no anzi non voglio sfuggire tutto ciò, vorrei solo non chiedermi sono libero o accorgersi di esserlo o non esserlo.per me un essere libero non ha bisogno ne di leggere ne di commentare nessuno scritto .libero e basta.
Un grosso abbraccio a tutti amici miei.

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Messaggio Da max1963 Mer 17 Lug 2013, 3:14 pm

Ops sto cell scrive da pieta.volevo dire che qui vige l obbligo di essere liberi di strafogarsi di ogni prodotto cioccolatiero

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Messaggio Da Ospite Mer 17 Lug 2013, 7:40 pm

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Messaggio Da Rossanaferro Lun 04 Nov 2013, 11:45 am

Ospite ha scritto:libertà Deside10



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